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Animal Equality al Parlamento Europeo durante la presentazione di ‘Stop Vivisection’

Giugno 28, 2013

Mercoledì 26 giugno, Animal Equality è stata presente a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, con un intervento durante la presentazione della petizione popolare ‘Stop Vivisection’.

Javier Moreno, portavoce e co-fondatore di Animal Equality, ha curato un intervento in cui ha esposto le ragioni che spingono la nostra organizzazione a sostenere questa iniziativa e l’impegno verso un mondo in cui l’orrore della sperimentazione sugli animali diventi parte del passato. È stato un evento molto importante e necessario per proseguire il cammino che porterà alla fine della sperimentazione animale.

Riportiamo qui il discorso di Javier Moreno, trascritto e tradotto in italiano.

Buonasera, mi chiamo Javier Moreno e parlo a nome dell’organizzazione internazionale per i diritti degli animali Animal Equality. Vorrei ringraziare chi ha organizzato tutto questo e mi ha permesso di star qui oggi per parlare a nome degli animali vittime della sperimentazione, assieme a rappresentanti di altre organizzazioni non governative, scienziati e politici.

L’iniziativa ‘Stop Vivisection’ dimostra che i cittadini possono partecipare attivamente cercando di trasformare la realtà politica e sociale, e noi crediamo sia importante che si recuperi il senso della vita politica in cui dovrebbero essere rappresentate le preoccupazioni di tutti. Ma la realtà è ben diversa, sembra che le istituzioni siano burattinai, e i politici marionette che eseguono gli ordini delle potenze economiche che avvantaggiano pochi a scapito di molti in un gioco chiamato democrazia. Fortunatamente essere a conoscenza di questa situazione è il primo passo verso il cambiamento.

Animal Equality sta lavorando in strada e attraverso internet per raggiungere il numero di firme necessarie entro il 1′ novembre di quest’anno, per spingere il coinvolgimento popolare in una società che si sta sensibilizzando sempre di più nei confronti dei diritti degli animali.

In questo senso, come tutti i sondaggi dimostrano, la preoccupazione della società per la condizione degli animali sta aumentando, e sempre più persone capaci di empatia nei loro confronti vogliono porre fine alla tragedia che si consuma tra le pareti di questi centri di tortura chiamati zoo, allevamenti, macelli o, nel caso che ci riguarda oggi, laboratori.

Abbiamo fatto di questo mondo un vero inferno per gli animali, e possiamo dire apertamente che la sperimentazione con animali è uno dei maggiori crimini della nostra storia, una delle attività che sta generando più sofferenza e morte nel mondo. Le cifre parlano da sole, 12 milioni di morti ogni anno solo in Europa. Sì, sto parlando della sofferenza e la morte di animali che patiscono come noi quando sono colpiti, mutilati, avvelenati, forzati a ingerire sostanze tossiche, animali che, come noi, desiderano vivere in pace. Ecco il grande paradosso della sperimentazione con animali: sperimentano su loro spiegando che sono come noi così da poter trarre dei risultati utili agli esseri umani, sostengono questa strage spiegando che sono diversi da noi, e perciò non meritano considerazione e pietà.

La visione degli animali come macchine senza emozioni è stata superata molto tempo fa, e al giorno d’oggi esiste accordo nel mondo scientifico sulla capacità che hanno questi di soffrire, e sui mondi emozionali di molti di loro. La maggioranza degli animali sfruttati sentono paura, fame, stress, sono depressi, lottano per la propria vita. Ma nonostante tutte le evidenze, il paradigma continua.

Stiamo parlando di una frode morale (anche se sempre più voci della comunità scientifica, alcune della quali qui presenti, parlano anche di inganno scientifico portando numerosi esempi a supporto di tale tesi). Noi tutti vogliamo far progredire la scienza e teniamo per la costruzione di un mondo migliore, ma non a scapito di alcuni per il presunto beneficio di altri. La protezione che abbiamo stabilito tra noi esseri umani, deve essere estesa agli altri animali con cui condividiamo il pianeta, perché come noi sentono il bisogno di non essere danneggiati e di godere della vita.

Se vogliamo rivendicare il nostro ruolo nella trasformazione della società, quando si tratta di animali che non possono parlare, organizzarsi o ribellarsi, il nostro coinvolgimento è ancora più urgente e decisivo. Gli animali non parlano la nostra lingua, ma se ci fermiamo un secondo per ascoltare, possiamo sentire le grida di aiuto. Il motore del movimento per i diritti degli animali è lo stesso degli altri movimenti di liberazione: difendere i deboli dai potenti, aiutare coloro che soffrono l’oppressione e liberarli. L’empatia, la solidarietà e il senso di giustizia.

Vorrei finire ricordando quello che per me è stato un momento storico nella recente lotta contro la sperimentazione animale. E che dimostra che costruire un altro mondo è possibile, se abbiamo la volontà di farlo. Qui tutti ricorderanno quelle immagini di sabato 28 aprile 2012, quando gli attivisti contro la vivisezione in Italia hanno superato le recinzioni di Green Hill per salvare i beagle che erano lì reclusi. Quelle mani alzate che portano i cani al di là delle reti rimarranno per sempre nel cuore di ognuno di noi. Quelle sono le mani che rappresentano la nostra lotta. Mani che reclamano la giustizia per gli animali. Lottiamo e uniamo i nostri cuori per essere di ispirazione a un mondo veramente nuovo, e ‘Stop Vivisection’ è un altro passo in questa direzione.

Molte grazie.

 


Bruxelles

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