#SalvaUnAgnello: Dal 2013 per difendere milioni di cuccioli
Giunti oramai al terzo anno di campagna, dopo diverse settimane di lavoro intenso e significativo, possiamo fare il punto della situazione grazie a diversi dati in nostro possesso. In tre anni Animal Equality è stata protagonista di una campagna che sta trovando un appoggio sempre più crescente nell’opinione pubblica. Sebbene la tragedia continui ogni giorno e senza sosta a colpire tantissimi animali, la sensibilità è in crescita, grazie al coinvolgimento di sempre più persone e ad un utilizzo più centrato dei mezzi comunicativi che abbiamo a nostra disposizione. La strada è difficile e in salita (l’abbiamo sempre saputo e non l’abbiamo mai negato), ma siamo consapevoli di contare su un numero sempre più crescente di sostenitori che sta iniziando a chiedere a gran voce una considerazione più rilevante per gli animali e un rispetto concreto per la loro capacità di provare quella sofferenza che non possiamo più ignorare.
Il 2015 ha segnato il raggiungimento di traguardi importantissimi per la campagna #salvaunagnello che speravamo con tutto il cuore di ottenere. L’intera copertura mediatica ci ha permesso di arrivare ad oltre 13 milioni di persone, mentre sui nostri social networks abbiamo raggiunto oltre 10 milioni di persone, un incremento davvero consistente rispetto al 2014, quando abbiamo raggiunto oltre 2 milioni di persone. Il nostro video che racconta la vita degli agnelli e capretti in 60 secondi è stato visualizzato da oltre 540.000 persone sui nostri canali mediatici; a questi vanno aggiunti i passaggi avuti sui principali siti di informazione nazionali e noti programmi televisivi come Cronache Animali (Raidue) e Animali & Animali (Tv2000) che ci hanno permesso in pochi minuti di mostrare a milioni di persone la situazione in cui vivono (e muoiono) questi cuccioli. La campagna fotografica di quest’anno lanciata dal rifugio TheGreenPlace (che ospita anche alcuni degli animali salvati da Animal Equality) e diffusa da noi in collaborazione con la LAV, ha avuto una risonanza senza precedenti, grazie soprattutto all’appoggio di diversi testimonials del mondo dello spettacolo: Daniela Poggi, Claudia Zanella, Anna Ammirati, Daniela Martani, Loredana Cannata, Diana Del Bufalo, Maria Grazia Capulli, Giovanni Baglioni, Lodovica Mairè Rogati, Alessandra Celletti, Nunzio Fabrizio, Nora Lux, Cristian Stelluti.
Attraverso il sito SalvaUnAgnello.com, dal 2013, diffondiamo la nostra richiesta di impegno semplice e concisa: cambiare il destino di questi animali è possibile e la scelta può diventare uno strumento fondamentale nelle nostre mani per evitare che il loro massacro continui. La scelta di non mangiarli può diventare un aiuto concreto. Grazie al nostro sito fino ad ora oltre 20.000 persone hanno deciso di impegnarsi concretamente con nome e cognome. Sta crescendo sempre di più la sensibilità nei confronti degli animali ed è importante promuovere campagne come questa, perché le nostre scelte possono influenzare veramente l’andamento di simili tragedie. A dirlo non siamo esclusivamente noi, ma un organo autorevole come l’Istat, che ha diffuso i dati sugli agnelli e capretti macellati: da 4.7 milioni nel 2010 a poco più di 2 milioni lo scorso anno, ovvero una diminuzione superiore al 50%, di fatto un cambiamento senza precedenti. Sebbene siamo ben coscienti che esprimersi in numeri riguardo ad una simile tragedia non sia affatto semplice, allo stesso tempo sappiamo che un dato del genere ha tutta la possibilità di tradursi nel salvataggio di milioni di animali. Gli ultimi rilevamenti hanno confermato che la maggioranza di italiani ha deciso di non mangiare più agnello e capretto, facendo ammettere anche ad esperti agroalimentari (Ismea) che si tratta di una delle cause che sta impedendo la crescita di questo specifico settore dell’allevamento. Se vogliamo continuare su questa strada non deve diminuire l’impegno e il sostegno alla campagna #salvaungnello e al lavoro che i nostri attivisti e investigatori stanno portando avanti per mostrare chi sono i cuccioli che vengono massacrati ogni anno all’interno dei macelli italiani.
Nessuna tradizione può continuare ad essere giustificata in quanto tale, se fondata sullo sfruttamento e la crudeltà; è ora di iniziare a ‘costruire’ nuove tradizioni basate sul rispetto e la tolleranza verso gli animali, da tramandare con una ritrovata e profonda sincerità a chi verrà dopo di noi.
Stef Bettini
Responsabile Investigazioni in Italia per Animal Equality
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