Caso navi: i 1.700 bovini a bordo della Elbeik verso l’abbattimento in Spagna
Dopo tre mesi alla deriva, più di 100 animali sono già morti a bordo e l’equipaggio è al limite delle proprie forze
Una risoluzione richiesta dal ministero dell’Agricoltura spagnolo obbliga la nave Elbeik a recarsi al porto di Cartagena affinché i 1.776 vitelli che si trovano a bordo dal 18 dicembre possano essere ispezionati e macellati.
L’ordinanza, obbligatoria per il capitano della nave, considera il porto di Cartagena il luogo più idoneo “per effettuare le operazioni di ispezione del proprio carico bovino, poiché dispone di una banchina sufficientemente lontana per effettuare le operazioni di scarico, macellazione, sollevamento e trasporto degli animali, con sufficienti garanzie di sicurezza”.
Nel porto di Cartagena, sulla darsena di Escombreras, è ancora installato il mattatoio portatile utilizzato per la macellazione degli 864 vitelli trasportati da Karim Allah, avvenuta il 6 marzo.
Una situazione disperata
La nave Elbeik, ancorata sull’isola di Minorca dallo scorso fine settimana, ha cercato di coordinare con la Libia il processo di vendita degli animali. Dalla nave assicurano che il Ministero dell’Agricoltura non ha risposto alle loro ripetute richieste alla Spagna di accettare l’acquisto e di rilasciare nuovi certificati. Affermano persino che il rappresentante libico sia andato al ministero per parlare con Valentín Almansa, Direttore generale presso il Ministero, e non sia stato ricevuto.
La Spagna sapeva che la Turchia non avrebbe accettato gli animali
La Spagna ha appreso che gli animali a bordo della Karim Allah ed Elbeik sarebbero stati respinti ai porti di destinazione già il 21 dicembre, due giorni dopo la partenza della nave dal porto di Tarragona e quattro giorni prima del suo arrivo in Turchia il 25 dicembre mattina. Le autorità spagnole non hanno intrapreso alcuna azione al riguardo.
Inoltre, non hanno informato la Commissione europea di ciò che stava accadendo con la nave. La sera del 18 febbraio il capo dei servizi veterinari italiani ha denunciato la situazione di Karim Allah nei pressi del porto di Cagliari (Sardegna). Le navi stavano già attraversando il Mediterraneo da due mesi.
Dalla nave denunciano anche che quando hanno tentato di vendere gli animali in Libia, dopo essere stati respinti dalla Turchia, le autorità spagnole hanno riferito che gli animali non erano stati vaccinati per la maggior parte.
Più di 100 animali morti a bordo
Nonostante il fatto che la Grecia abbia consentito alla nave Elbeik di fare rifornimento di carburante e trasportare cibo per gli animali e l’equipaggio, il cibo ha cominciato a scarseggiare e hanno disponibilità solo per un paio di giorni.
Dopo tre mesi alla deriva, più di 100 animali sono già morti a bordo e l’equipaggio è al limite delle proprie forze. Le condizioni avverse che hanno dovuto sopportare e la presenza di un numero così elevato di animali a bordo ha portato alla morte centinaia di loro.
La nave Elbeik ha già fatto rotta per Cartagena, potrebbe arrivare domani, giovedì 18, in notturna al porto.
«Il governo spagnolo avrebbe potuto prevenire da molto tempo le sofferenze di migliaia di animali alla deriva, abbandonati senza cibo; molti di loro sono morti. Non hanno mostrato alcun interesse per il benessere degli animali, ignorando la loro responsabilità. Se non riesce a garantire il rispetto delle normative, è necessario porre fine al trasporto di animali vivi»
Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia.
Uno scandalo che non si può ripetere
Animal Equality esige che il commercio e l’esportazione di animali vivi al di fuori dell’UE siano interrotti, questa ennesima vicenda e altre investigazioni condotte da Animal Eqaulity in SPagna dimostrano l’applicazione della legislazione europea sulla protezione degli animali durante il trasporto è completamente carente in Spagna. Il benessere degli animali durante questi lunghi viaggi non può essere garantito e inoltre, nel caso del Medio Oriente e del Nord Africa, non vengono macellati secondo gli standard internazionali dell’OIE (World Organization for Animal Health).
Animal Equality proseguirà la denuncia in tutte le sedi europee competenti.