Basta #BugieinEtichetta: più di 20.000 tweet ai Ministri Patuanelli e Speranza
L’argomento “Benessere animale” è entrato in tendenza su Twitter a seguito del tweetstorm organizzato dalla Coalizione per chiedere ai ministri di fermare le bugie in etichetta
La Coalizione Contro le #BugieInEtichetta – composta da 14 associazioni animaliste, ambientaliste e dei consumatori – ha lanciato un tweetstorm rivolto ai Ministri dell’Agricoltura e della Salute, Stefano Patuanelli e Roberto Speranza, per chiedere di fermare l’approvazione del progetto di etichettatura nazionale sul benessere animale, privo dei criteri necessari a garantire un maggiore rispetto degli animali allevati a scopo alimentare e della necessaria trasparenza e chiarezza nei confronti dei consumatori.
L’hashtag #BenessereAnimale lanciato dalla Coalizione ha raggiunto in due ore più di 20 mila tweet ed ha raggiunto la sesta posizione nella classifica delle tendenze di Twitter, rimanendo poi stabile alla settima e all’ottava posizione.
La grande partecipazione social dimostra l’urgenza di intervenire su un progetto di etichettatura che i cittadini non condividono.
Perché parliamo di #BugieinEtichetta?
Animal Equality, insieme a Animalisti Italiani, Animal Law Italia, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, The Good Lobby e WWF Italia chiedono ai Ministri di modificare il decreto in base alle proposte della società civile, inviate più volte e sempre rigettate dagli uffici dei Ministeri senza alcun reale confronto.
La proposta portata avanti dai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute con Accredia prevede infatti la certificazione con il claim in etichetta “benessere animale” anche per prodotti provenienti da animali allevati secondo standard al ribasso, tipici delle forme di allevamento intensivo.
Tale certificazione inoltre garantirebbe accesso ai fondi PAC e PNRR, favorendo ancora una volta gli allevamenti a carattere intensivo, piuttosto che la transizione verso sistemi più sostenibili e che tengano in maggiore considerazione le necessità degli animali allevati.
Le associazioni chiedono di rivedere un sistema di etichettatura fuorviante, incapace – vista l’assenza di livelli di qualità crescenti chiaramente indicati in etichetta – di favorire una reale transizione e di garantire informazioni veritiere e trasparenti ai consumatori, che si troverebbero di fatto ingannati al momento dell’acquisto senza poter acquisire una consapevolezza reale circa i metodi di allevamento.
Le associazioni hanno chiesto più volte la revisione del decreto in alcuni, precisi, punti essenziali: l’introduzione di almeno cinque livelli diversificati per ogni specie chiaramente visibili in etichetta, la cancellazione dei riferimenti alla diminuzione delle emissioni di gas serra nella definizione di benessere animale – azione importante e necessaria ma del tutto scollegata da questa certificazione – e la considerazione dei bisogni etologici di specie, della densità di animali e delle condizioni di trasporto tra i criteri atti a determinare il benessere animale.
Senza queste modifiche essenziali, etichettare con il claim “benessere animale” i prodotti sarà un mero atto di inganno nei confronti dei consumatori e degli allevatori che già hanno avviato una transizione, a scapito di una maggiore tutela degli animali allevati.
Con questa mobilitazione che ha coinvolto centinaia di persone su Twitter abbiamo voluto far arrivare forte e chiara la voce di animali e consumatori ai Ministri, ma la battaglia contro le #bugieinetichetta non si ferma, aiutaci a fermare questo inganno anche tu, scopri come aiutarci a farlo.