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Prigioniere in gabbia: nuova inchiesta di End the Cage Age svela la sofferenza delle galline in Italia

Settembre 8, 2022 Aggiornato: Gennaio 20, 2025

Come coalizione End the Cage Age – di cui come Animal Equality facciamo parte – rilasciamo oggi una nuova inchiesta con immagini fornite dall’associazione LAV, che mostra la terribile vita a cui sono condannate le galline allevate in gabbia in Italia. Chiediamo al Governo italiano di fare la sua parte per fermare queste crudeltà.

In Italia, sono ancora oltre 16 milioni le galline allevate per la produzione di uova confinate in gabbia. Una forma di costrizione e confinamento inaccettabile, che ha gravi conseguenze sulla salute e sul benessere di questi animali.

Guarda l’inchiesta per vedere come vivono le galline allevate in gabbia in Italia:

Le immagini fornite da LAV e diffuse dalla coalizione End The Cage Age, di cui Animal Equality fa parte, provengono da allevamenti di galline ovaiole del Nord Italia e restituiscono un quadro molto critico: all’interno delle strutture gli animali soffrono terribilmente e le condizioni igienico-sanitarie sono del tutto inadeguate. Si tratta di vere e proprie fabbriche dove gli animali vivono in condizioni di grave privazione.

Le immagini mostrano centinaia di migliaia di animali ammassati all’interno di capannoni sovraffollati, cadaveri lasciati a contatto con gli animali vivi, alcuni per molto più di 24 ore, in alcuni casi da settimane. I corpi degli animali deceduti sono stati trovati anche a contatto con le uova e con il cibo somministrato agli animali. 

La diffusione di infezioni è molto alta. Tra queste, in molti casi gli animali risultavano affetti da gastroenterite e infestazione da acari rossi, che sono stati in più casi rinvenuti sugli animali vivi, su quelli morti e sulle uova. Gli animali, sotto stress e con forti segnali di malessere, sono lasciati senza cure, a contatto con gli altri. Diverse galline, inoltre, presentavano i sintomi avanzati della ritenzione dell’uovo, causa di morte in tempi rapidissimi se non trattata. Le immagini raccolte mostrano che gli animali costretti all’interno delle gabbie presentano gravi deformazioni alle zampe.

I sistemi di pulizia sono spesso non adeguati o non funzionanti, con la conseguenza che le deiezioni sono a contatto con le uova deposte e gli animali stessi, tutti ammassati in uno spazio ristretto.

Le condizioni di sovraffollamento ed altissima densità degli animali all’interno dei capannoni, insieme alle loro precarie condizioni di salute, costituiscono inoltre il terreno ideale per il contagio e la diffusione di patologie tra gli animali, e potenzialmente all’uomo, come nel caso di zoonosi quali l’influenza aviaria. 

È ormai evidente che l’allevamento in gabbia non può garantire neppure il minimo rispetto del benessere di questi animali, nelle gabbie, infatti, le galline non possono mettere in atto nemmeno i comportamenti naturali più semplici, come raspare il terreno ed esplorare l’ambiente, salire e ripararsi su un albero per sfuggire da animali aggressivi, appartarsi in tranquillità per deporre l’uovo, con gravi ripercussioni sulla loro salute. I livelli di stress e frustrazione spesso sfociano in una grande aggressività, che si manifesta per esempio con lo strapparsi reciproco delle piume fino ad arrivare a veri e propri episodi di cannibalismo, che causano gravi lesioni e ferite agli animali.

Come Animal Equality ci occupiamo da diversi anni di svelare quello che accade alle galline allevate per le loro uova. Nel 2017 abbiamo rilasciato una prima sconvolgente inchiesta, Il Vero Prezzo delle Uova, che ha svelato la crudeltà delle gabbie, e nel 2018 abbiamo accompagnato il giornalista del TG2 Piergiorgio Giacovazzo in un allevamento del Nord Italia per mostrare cosa significa vivere in gabbia per questi animali, documentando la sofferenza, lo stress e i maltrattamenti che questi sono costretti a subire ogni giorno.

Guarda la nostra inchiesta in un allevamento di galline ovaiole con il TG2:

A che punto è la transizione verso la fine delle gabbie in Europa?

Lo scorso 30 giugno 2021, la Commissione europea si è impegnata a eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti europei tramite una normativa dedicata entro il 2027, un risultato straordinario raggiunto grazie ai 1,4 milioni di persone che hanno firmato l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age. Ma, una volta presentata, la proposta legislativa dovrà essere valutata e approvata anche dal Consiglio dell’Unione europea, composto dai rappresentanti degli Stati Membri. Per questo è fondamentale che l’Italia sostenga senza riserva questa transizione.

Di fronte ai terribili risultati emersi dall’inchiesta della coalizione, l’eliminazione delle gabbie da tutti gli allevamenti dell’Unione europea si rivela un passaggio essenziale per poter garantire sempre di più il benessere degli animali.

Aiutaci a chiedere al Governo italiano di fare la sua parte per tutti gli animali ancora costretti dietro le sbarre. 


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