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Gabbie: abbiamo segnalato la Commissione UE per il mancato rispetto dell’impegno nei confronti dei cittadini

Dicembre 14, 2023

Come Animal Equality, insieme a più di altre 30 organizzazioni per la protezione degli animali, abbiamo presentato un reclamo ufficiale al Mediatore europeo contro il mancato rispetto da parte della Commissione europea dell’impegno preso nei confronti dell’Iniziativa dei cittadini europei, con la quale 1,4 milioni di cittadini hanno chiesto di vietare le gabbie.

Nella sua risposta all’iniziativa dei cittadini europei “End the Cage Age”, pubblicata nel giugno 2021, la Commissione europea aveva promesso che entro la fine del 2023 avrebbe presentato una proposta legislativa per eliminare gradualmente e vietare definitivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. Tuttavia, nel programma di lavoro presentato dalla Commissione, non c’è traccia di questa proposta. Ciò crea una forte incertezza su quando il regolamento promesso sarà effettivamente pubblicato.

Nel reclamo al Mediatore europeo, insieme alle altre organizzazioni abbiamo sottolineato che la Commissione Ue non ha agito in conformità con le norme che regolano le Iniziative dei cittadini europei: queste carenze rappresentano un caso di cattiva amministrazione, sia alla luce del Regolamento (UE) 2019/788 che della stessa ragion d’essere delle Iniziative dei cittadini europei come strumento di democrazia transnazionale.

Prima di fare marcia indietro, la Commissione europea ha ripetutamente confermato che stava lavorando per rispettare la scadenza del 2023, menzionata più volte pubblicamente dal Commissario per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, nelle risposte della Commissione europea alle interrogazioni parlamentari, alla Piattaforma dell’Ue sul benessere degli animali e in varie comunicazioni sulla strategia Farm to Fork.

Prima di presentare il reclamo ufficiale al Mediatore, come organizzazioni abbiamo anche chiesto formalmente alla Commissione di presentare un calendario preciso per la pubblicazione delle proposte legislative entro l’attuale legislatura, ma questa nostra richiesta non ha ricevuto nessuna risposta esaustiva.

Oltre alle gabbie, 1,5 milioni di cittadini hanno chiesto anche di vietare l’allevamento di animali usati per la loro pelliccia e la vendita di prodotti di pellicceria sul mercato europeo. La risposta sarebbe dovuta essere nel regolamento che la Commissione, al contrario, non ha pubblicato. Eppure nell’ultimo Eurobarometro la stragrande maggioranza dei cittadini europei ha dichiarato chiaramente di volere che l’Unione europea faccia di più per proteggere gli animali.

Il ritardo nell’emanazione di una revisione della legislazione europea sul benessere degli animali avrà un costo anche per gli agricoltori e l’industria zootecnica, che senza un’indicazione chiara potrebbero trovarsi a investire in sistemi di allevamento che nel prossimo futuro dovranno essere ancora una volta aggiornati, con ulteriore spesa economica. Ma il costo più alto lo pagheranno come sempre gli animali: mentre il regolamento rimane in sospeso, 700 milioni di animali allevati continueranno infatti a soffrire reclusi in gabbia.

La Commissione europea ha fatto delle promesse ai cittadini, ma nel momento della verità li ha delusi. Questo mette in discussione un valore fondamentale delle istituzioni europee: la democrazia. L’Ice è stata lanciata per consentire ai cittadini di partecipare attivamente ai processi decisionali. Ma a cosa serve se la loro voce continua a non essere ascoltata?

Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals

La politica deve fare la propria parte per gli animali sfruttati a scopo alimentare, ma noi, come consumatori, abbiamo il potere di orientare la produzione alimentare: quando facciamo la spesa, possiamo esprimere chiaramente il nostro dissenso nei confronti di un sistema che tratta gli animali come merci e smettere di finanziare l’industria zootecnica.

Scegliere un’alimentazione a base di alternative 100% vegetali ogni giorno è il primo passo per ridurre la sofferenza degli animali allevati nel mondo.

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