Per salvare i pulcini le risposte del governo non bastano


Da tempo rivolgiamo proteste e sollecitazioni al governo per chiedere di applicare nei tempi previsti il divieto di uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova. Dopo mesi di attesa il Ministero dell’Agricoltura ha rotto il silenzio e ha informato il Parlamento che i lavori per l’attuazione della legge sono in corso.
Per quanto questa possa sembrare una buona notizia, ancora una volta però il governo non ha chiarito con quali risorse economiche sosterrà la transizione tecnologica delle aziende necessaria a fermare la strage dei pulcini, né è stato in grado di fornire indicazioni sulle tempistiche con cui verranno pubblicati i provvedimenti attuativi.
Cosa dice il governo sull’applicazione del divieto
A marzo, l’Onorevole Eleonora Evi ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministero dell’Agricoltura chiedendo di fare chiarezza sull’applicazione del divieto e su come verranno sostenute economicamente le aziende per introdurre quelle tecnologie che permetteranno di risparmiare, ogni anno, la vita a più di 30 milioni di pulcini.

Il sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura Luigi D’Eramo è intervenuto alla Camera ribadendo che “Il governo è pienamente consapevole dell’importanza di questo provvedimento che rappresenta un passo fondamentale per la protezione degli animali”, ma non ha chiarito come intende mettere in pratica il divieto di uccisione dei pulcini maschi.

I “problemi” delle aziende
La legge sul divieto di uccisione dei pulcini maschi prevede che, a partire dal 31 dicembre 2026, in Italia gli incubatoi dovranno essere dotati di tecnologie in grado di determinare il sesso dell’embrione prima della schiusa dell’uovo.
D’Eramo ha spiegato che per realizzare questa condizione il Ministero della Salute ha istituito un tavolo tecnico con la partecipazione di alcune associazioni di categoria dell’industria zootecnica. Durante le consultazioni sarebbe però emerso un “un ostacolo importante”: le aziende non avrebbero a disposizione gli spazi adeguati per ospitare le tecnologie previste.

Il Ministero dice di aver avviato delle analisi strutturali con le autorità locali per verificare quali adeguamenti dovranno affrontare gli impianti, ma la criticità presentata dall’industria solleva diversi dubbi. Sappiamo infatti che queste tecnologie sono già impiegate su larga scala in Germania, dove gli stabilimenti hanno strutture di dimensioni paragonabili a quelle italiane.
La ricerca dei fondi necessari per la transizione
Un altro punto poco chiaro riguarda le risorse economiche che il governo intende investire sulla transizione tecnologica delle aziende.
D’Eramo ha fatto sapere che il Ministero dell’Agricoltura ha avviato un’interlocuzione con il Ministero del Made In Italy e quello della Salute per individuare i finanziamenti necessari alla transizione, ma non ha fornito altre indicazioni.

Nella risposta fornita dal Ministero dell’Agricoltura ci sono ancora troppe lacune e poca trasparenza. Queste risposte vaghe e le criticità presentate non possono in alcun modo giustificare la sofferenza dei 30 milioni di pulcini maschi uccisi ogni anno in Italia, che in assenza della pubblicazione dei provvedimenti rischiano di continuare a essere uccisi anche dopo il 2026. Chiediamo al governo di non girarsi dall’altra parte e ascoltare il nostro appello.
Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia

La risposta della deputata Eleonora Evi
Dopo l’intervento del sottosegretario in Parlamento, l’Onorevole Eleonora Evi è intervenuta criticando le scarse informazioni condivise dal Ministero.
Evi ha sottolineato in particolare che le condizioni del sostegno economico alle aziende non bastano: non è chiaro, per esempio, se per adottare le tecnologie necessarie negli incubatoi il governo ha intenzione di utilizzare dei fondi della Pac oppure del Pnrr. Oppure ancora se intende prevedere delle risorse specifiche nella prossima Legge di bilancio.

A queste domande per ora il governo non ha dato risposta. Come ha osservato la deputata, però, queste risposte vanno trovate entro i tempi previsti dalla legge, che rischia di essere messa in discussione dagli interessi dell’industria:
La scadenza entro cui applicare il divieto è vicina e non ci si può nascondere dietro alle criticità presentate dal Ministero: se è difficile adeguare le strutture degli incubatoi per introdurre nuove tecnologie, non lo è mai dare le autorizzazioni per ampliare allevamenti intensivi già esistenti, aumentando l’impatto sull’ambiente, sulla salute e ovviamente sulla sofferenza degli animali.
Citando la proiezione che abbiamo realizzato sul Colosseo per mostrare al pubblico cosa accade davvero nell’industria delle uova, la deputata ha infine messo in guardia dal fatto che senza provvedimenti l’uccisione inaccettabile dei pulcini maschi rischia di proseguire.

Fermiamo la strage dei pulcini maschi
Le istituzioni devono fare la propria parte per fermare la sofferenza di milioni di animali vittime dell’industria alimentare, ma anche tu puoi fare la tua.
Sostieni il nostro manifesto e chiedi anche tu al governo di impegnarsi per difendere gli animali senza ignorare la legge e le richieste dei cittadini.
Puoi fare la differenza anche a tavola. Adottare un’alimentazione vegetale è infatti una scelta fondamentale ed efficace che ogni giorno può contribuire a ridurre le sofferenze degli animali sfruttati a scopo alimentare, pulcini compresi.

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