Il nostro intervento in Senato per i diritti degli animali


I diritti degli animali allevati a scopo alimentare sono troppo spesso ignorati e calpestati, ma ogni giorno ci battiamo con impegno e dedizione perché questo non accada. In Parlamento abbiamo fatto sentire la loro voce spiegando perché è importante che tutti gli animali vengano rispettati, nessuno escluso.
Guarda il nostro intervento in Senato:
Perché siamo intervenuti in Parlamento
Siamo stati convocati dalla Commissione Giustizia del Senato per essere auditi in merito all’importanza di proteggere gli animali allevati a scopo alimentare, e indicare alle istituzioni cosa è necessario fare per rispettare davvero i loro diritti.
In Senato infatti, in questo periodo, si stanno discutendo quattro proposte di legge per ampliare le forme di tutela nei confronti degli animali. Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia, è intervenuto sottolineando la necessità di aumentare anche la tutela degli animali allevati attraverso un inasprimento delle pene per i reati di maltrattamento.

In particolare, durante il nostro intervento, abbiamo ribadito l’auspicio che le tutele previste dalle proposte di legge non siano limitate soltanto agli animali considerati “da compagnia”: non esistono infatti animali di serie A e di serie B, come riconosciuto anche dall’articolo 9 della Costituzione, che estende le proprie previsioni a tutti gli animali, nessuno escluso.
Tutti gli animali devono essere ugualmente tutelati dalla legge
La Costituzione non opera alcuna distinzione etica o scientifica tra le diverse specie animali, ma i disegni di legge (ddl) al vaglio del Senato rischiano di fare delle differenziazioni pericolose.
Limitare le tutele ai soli animali cosiddetti “d’affezione”, come proposto da uno dei ddl per esempio, può portare a classificare gli animali esclusivamente in base alla loro funzione economica, senza alcuna evidenza scientifica che giustifichi questa distinzione.

In questo modo gli autori dei reati potrebbero finire per essere differenziati in base all’animale vittima di maltrattamento. Noi crediamo che questo approccio sia profondamente sbagliato e lo abbiamo ribadito in Senato forte e chiaro.
Le legge sui pulcini deve essere applicata
Nessun animale deve essere lasciato indietro, pulcini maschi compresi. Per questo Matteo Cupi ha commentato così il ddl che introduce delle disposizioni mirate a evitare alcune pratiche particolarmente crudeli riservate agli animali allevati a scopo alimentare:
È bene ricordare che la triturazione dei pulcini maschi nell’industria per la produzione delle uova è stata già vietata in Italia, con la Legge di delegazione europea 2021 per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea” sebbene il Governo sia in ritardo nell’emanazione di due decreti attuativi e un provvedimento collegato, che dovranno garantire l’entrata in vigore del divieto entro il 31 dicembre 2026.

Oltre a invitare il governo ad attuare concretamente il divieto di uccisione dei pulcini maschi, riteniamo importante porre fine alla sofferenza degli animali che vengono geneticamente selezionati per favorire lo sviluppo di alcune loro caratteristiche fisiche, a discapito della loro salute, come nel caso dei polli broiler allevati per la loro carne.
Dal momento che la pratica della selezione genetica permette agli esseri umani di modificare le caratteristiche degli animali, con gravi ripercussioni sulla loro salute, la proposta che abbiamo rivolto al Senato è quella di introdurre il reato di “maltrattamento genetico” impedendo che questa crudeltà continui.

Fermiamo le crudeltà nei macelli e negli allevamenti
Matteo Cupi ha anche espresso la necessità di vietare la macellazione senza stordimento, pratica già bandita da diversi Stati membri dell’Unione Europea, come raccomandato anche dagli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare:
Poiché durante la macellazione senza stordimento tutti gli animali devono sopportare le conseguenze derivanti dal rimanere coscienti durante il sanguinamento e quindi sperimentare un forte dolore, paura e angoscia, la macellazione senza stordimento non dovrebbe essere praticata.
Abbiamo inoltre invitato il Parlamento a vietare le mutilazioni senza anestesia che si verificano purtroppo sistematicamente all’interno degli allevamenti, potenziando i controlli e rendendoli più efficaci. Come documentato attraverso le nostre numerose inchieste, queste pratiche crudeli sono frequenti e fonte di grande sofferenza per gli animali.

La stessa EFSA si è pronunciata sulla castrazione e sul taglio della coda e dei denti praticati sui cuccioli di maiale confermando la necessità di anestesia, così come nel caso della mutilazione del becco delle galline.
Un’alternativa è possibile
La nostra audizione in Senato è stato un passaggio chiave per portare le istanze degli animali all’attenzione della politica. Essere presenti in Parlamento ci ha permesso ancora una volta di farci ascoltare e di fare in modo che i problemi connessi allo sfruttamento degli animali allevati non vengano ignorati.

Non smetteremo di dare voce agli animali, ma continueremo a fare pressione sulle istituzioni e a sollecitare le aziende ad impegnarsi per un mondo in cui gli animali siano davvero rispettati e per un sistema alimentare più compassionevole e sostenibile.
Fermare queste ingiustizie nei confronti degli animali allevati è possibile anche a partire dalle nostre scelte quotidiane: fai la tua parte e scegli un’alimentazione a base vegetale.

AMICI, NON CIBO!
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