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Worker clubbing salmon in slaughterhouse

Come soffrono i pesci in tutto il mondo


Dai mari del mediterraneo agli oceani dall’altra parte del mondo: ogni anno peschiamo e alleviamo talmente tanti pesci che non possono essere contati in individui, ma solo in tonnellate.

Il consumo di pesce sta conoscendo una progressiva crescita in tutto il mondo, secondo l’ultimo rapporto della FAO nel 2016 la produzione mondiale di pesce ha raggiunto un nuovo picco: 171 milioni di tonnellate, di cui 90,9 milioni di catture e 80 milioni in acquacoltura. Non possiamo neppure stimare cosa significhi questo in numero di singole vite di pesci allevati o pescati e poi uccisi. 

Il pesce diventa quindi un ingrediente sempre più presente sulle tavole di tutto il mondo, ma per rispondere a questa domanda in costante crescita la pesca e il sistema di allevamento dei pesci si industrializzano sempre di più e i numeri di pesci coinvolti in questo sistema di sofferenza e morte si moltiplicano.

Dal nord al sud, da est ad ovest del mondo, infatti, i pesci vengono sottoposti a trattamenti crudeli, ad uccisioni brutali, il tutto nella maggior parte dei casi senza alcuna tutela legale a cercare almeno di proteggerli dalle crudeltà peggiori.

Da anni noi di Animal Equality – insieme a tante altre associazioni ed organizzazioni – lavoriamo per svelare quali crudeltà si nascondono dietro alla pesca, all’allevamento e al macello dei pesci, per dare voce a questi animali le cui grida di sofferenza rimangono troppo spesso inascoltate.

La sofferenza nel cuore del mar mediterraneo

Già nel 2012 il nostro team investigativo ha esposto la scioccante mattanza dei tonni di Carloforte. Una “tradizione” violenta e crudele che ogni anno coinvolge migliaia di tonni rossi. Guarda subito la nostra inchiesta:

Per la prima volta in Italia i nostri coraggiosi investigatori hanno realizzato immagini subacquee per mostrare questa pratica crudele. Le immagini che hanno fatto il giro d’Italia sono poi anche comparse nel documentario Dominion, documentario di fama mondiale che espone le crudeltà dell’industria della carne. 

Il nostro lavoro per esporre la realtà dietro la produzione di carne di pesce non si è fermato qui, nel 2018 con il nostro reportage “Soffocare, la lenta agonia dei pesci nei mari italiani” abbiamo documentato la terribile agonia che i pesci sono costretti a subire a causa della pesca intensiva praticata con le reti a strascico.

Guarda la nostra inchiesta esclusiva sulla pesca nei mari italiani:

La pesca con reti a strascico causa enormi danni all’ecosistema marino e sofferenze incredibili a tutte le specie che vengono catturate dalle reti.

La morte per mancanza di ossigeno di un pesce può avvenire dopo oltre quindici minuti. In quei momenti interminabili gli animali si ritorcono su se stessi alla ricerca disperata di una via di fuga che purtroppo non troveranno mai. 

Le nostre inchieste in Italia hanno acceso le luci dei riflettori sui problemi dell’industria della carne di pesce, ma non sono certo le uniche che hanno puntato i riflettori su quanto accade nel mediterraneo. L’associazione Essere Animali ad esempio ha filmato le condizioni in cui vivono milioni di pesci negli allevamenti in Grecia, Paese da cui proviene più della metà delle orate e dei branzini venduti in Italia. 

Salmoni scozzesi da allevamento crudele

Tra tutto il pesce consumato, il salmone è uno di quelli che ha visto una maggiore impennata negli ultimi anni e la Scozia è il terzo produttore mondiale di salmone atlantico d’allevamento (circa 38 milioni di pesci prodotti nel 2019), con esportazioni in oltre 50 paesi, e il governo scozzese sostiene un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030. L’Italia è fra i primi 10 importatori di salmone scozzese.

Pochi mesi fa abbiamo rilasciato un’investigazione condotta proprio all’interno di un impianto di macellazione di salmoni in Scozia, dove vengono uccisi fino a 77 milioni di pesci. Quello che abbiamo visto è stato un trattamento agghiacciante di questi animali, le immagini hanno suscitato tanto scalpore da arrivare persino a Le Iene.

Guarda la nostra inchiesta in un macello di salmoni in Scozia:

Ma i problemi dei salmoni iniziano molto prima della fase del macello. Alcuni mesi fa abbiamo contribuito a divulgare in Italia le immagini raccolte dall’organizzazione Compassion in World Farming negli allevamenti di salmone in Scozia.

Pesci costretti in gabbie sovraffollate, mangiati vivi dai pidocchi e affetti da gravi deformazioni. Sofferenze estreme e diffuse, continue violazioni delle – già minime – leggi a tutela degli animali e tassi di mortalità scioccanti (quasi del 25%): questo è quello che rivelano le immagini dell’inchiesta che puoi guardare qui sotto.

Eppure la carne di salmone scozzese continua ad essere consigliata nelle diete, e il suo consumo viene incentivato tanto che l’industria del Salmone in Scozia è in continua crescita, motivo per cui proprio CIWF con la sua campagna si è opposta sollecitando il Governo scozzese a prendere provvedimenti per fermare l’espansione dell’industria, per tutelare animali e ambiente. 

Anche i pesci di acqua dolce sono vittime dell’industria 

La vita acquatica è ricca di diversità e non dimentichiamoci che tra i pesci sfruttati per la produzione alimentare ci sono anche i pesci d’acqua dolce, ed il trattamento a loro riservato non sembra essere migliore rispetto a quello degli abitanti del mare.

Da pochi giorni abbiamo rilasciato nuove scioccanti immagini che mostrano quello che accade in uno dei più grandi macelli di pesce gatto nel Mississippi.

Guarda le immagini esclusive raccolte in un macello di pesci in USA

Qui i pesci oltre ad essere trattati brutalmente, lasciati a soffocare, trasportati in modo scorretto vengono addirittura decapitati mentre pienamente coscienti per via di pratiche di stordimento del tutto scorrette. 

Nel cuore di una delle industrie ittiche più grandi del mondo 

L’India contribuisce a circa il 6,3% della produzione ittica globale, è infatti il secondo Paese al mondo dopo la Cina per esportazione di pesce, nel 2020 l’India ha venduto all’Italia 22 mila tonnellate di prodotti ittici secondo Eurostat, ma dai suoi mari e dalle sue vasche per l’allevamento ogni giorno arrivano sulle tavole di tutto il mondo prodotti ittici surgelati, ma pochi si chiedono come quei pesci sono stati allevati o uccisi.

Il nostro team di investigatori in India ha quindi documentato cosa accade in diversi allevamenti di pesci e gamberetti, vivai e mercati del pesce presenti in particolare nel Bengala occidentale, Andhra Pradesh, Tamil Nadu e Telangana, aree note per la loro produzione di pesce. 

Guarda il video della nostra ultima inchiesta sull’industria del pesce in India:

Le immagini parlano chiaro e mostrano le terribili condizioni di vita a cui questi pesci vengono sottoposti in ogni fase della loro vita: dalla spremitura per estrarre le uova, all’allevamento in gabbie più che sovraffollate, la pesca e poi l’abbandono a soffocare fuori dall’acqua. Una totale mancanza di regolamentazione e di tutele per la vita dei pesci inaccettabile. 

Il futuro dei pesci e dei nostri mari 

La sensibilità verso ciò che accade ai pesci e in generale nei nostri mari sta però crescendo. Sempre più persone si indagano su cosa accade ai pesci e sull’impatto che la loro pesca e allevamento hanno sull’ambiente. In quest’ottica l’uscita del documentario Seaspiracy ha dato una accelerata alla discussione. 

Seaspiracy ha debuttato su Netflix il 24 marzo 2021 e da allora il controverso documentario ha suscitato scalpore. Il film fa luce su problemi raramente discussi a proposito dell’industria della pesca, come ad esempio le etichette fuorvianti presenti sui prodotti che dichiarano la loro “sostenibilità” e il fatto che siano “sicuri per i delfini”, oppure la moderna schiavitù che si cela dietro il fenomeno e la devastazione ambientale causata dalla pesca commerciale. Ancora più importante, questo documentario ha dato inizio a un dibattito a livello globale sui nostri amici spesso dimenticati: i pesci.

Continuare a mostrare quello che accade ai pesci è fondamentale affinché sempre più persone possano comprendere la loro sofferenza e possano fare scelte più compassionevoli. Ognuno di noi, infatti, può scegliere di non finanziare tutto questo semplicemente tenendo il pesce fuori dalla propria alimentazione.


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