Il dramma dei maiali negli allevamenti intensivi: tra abusi, torture e inquinamento ambientale
Madri immobilizzate in gabbie troppo piccole.
Neonati a cui vengono strappati i denti.
Insulti. Calci. Bastonate.
Convivenza tra liquami e carcasse di compagni morti.
Il tutto in spazi sovraffollati, con un’aria irrespirabile e senza mai vedere la luce del sole.
Non è la trama di un film horror (di dubbio gusto), ma la vita che affrontano miliardi di maiali negli allevamenti intensivi di tutto il mondo.
Le condizioni in cui si trovano questi intelligenti animali è terribile e da anni ci battiamo per far sì che migliorino.
In questo articolo ti faremo una rapida panoramica della situazione dei maiali in Italia, in Europa e nel mondo e poi ti racconteremo tutto ciò che abbiamo scoperto in oltre 16 anni di investigazioni.
Allevamenti di maiali: un problema diffuso in tutto il mondo
In Italia, nel 2023 sono stati macellati poco meno di 10 milioni di maiali.
Quasi tutti hanno passato la loro breve e poco piacevole vita in allevamenti intensivi, molto probabilmente nel nord Italia.
La maggior parte degli allevamenti intensivi in Italia infatti si trova nella Pianura Padana (non a caso la zona con la peggior qualità dell’aria del paese) e, più nello specifico, circa la metà dei maiali allevati in Italia si trova in Lombardia.
Pensa che a Brescia è stato stimato che i maiali siano più degli abitanti.
Uscendo dai confini nazionali, in Europa nel 2022 sono stati oltre 320 milioni i maiali macellati. In tutto il mondo saliamo a una cifra di circa 1 miliardo e mezzo.
Un numero spaventoso di esseri viventi che, nella stragrande maggioranza dei casi, arrivano al macello dopo essere nati e cresciuti in un allevamento intensivo in cui non hanno subito altro che violenza e crudeltà.
Lo scriviamo non per generalizzare, ma basandoci su ciò che dal 2009 abbiamo più volte visto con i nostri occhi ogni volta che ci siamo infiltrati in uno di quegli allevamenti.
Se ti va di seguirci, ti faremo scoprire le più importanti investigazioni che abbiamo fatto sulle condizioni dei maiali allevati a scopo alimentare.
Ecco cosa abbiamo scoperto negli allevamenti di maiali dal 2008
Nel 2008 abbiamo pubblicato la nostra prima investigazione in assoluto su un allevamento di maiali.
Le prime immagini che documentavano una grande sofferenza, quella volta per mano di un fornitore di Campofrio, una delle più grandi aziende per la produzione di carne in Spagna.
L’anno dopo abbiamo subito replicato, ma più in grande.
Quell’investigazione (finita anche in TV) riguardava la situazione disastrosa di 140 allevamenti di maiali spagnoli.
Nel 2012 abbiamo aperto le danze nel Regno Unito, con un’investigazione che ha avuto un grande impatto mediatico.
Un nostro investigatore sotto copertura ha catturato immagini da brividi nell’allevamento Harling Farm a Norfolk.
Maiali feriti lasciati a soffrire senza alleviare il loro dolore con alcuna cura veterinaria o lasciati morti nei recinti insieme a quelli vivi.
E poi, la ciliegina sulla torta.
Due lavoratori che picchiavano a morte i maialini con delle barre di metallo.
Tutti e due si sono dichiarati colpevoli di accuse di crudeltà, uno di loro è stato in prigione per diciotto settimane e l’allevamento è stato chiuso.
Nel 2015 abbiamo iniziato a farci sentire anche in Italia, collaborando con la giornalista Giulia Innocenzi e il programma televisivo AnnoUno per mostrare per la prima volta cosa succede negli allevamenti di maiali nel nostro paese.
L’anno dopo, siamo tornati a far parlare di suini in Spagna con una sentenza storica scaturita da una nostra investigazione fatta nel 2012 per il cosiddetto “caso El Escobar”.
Avevamo svelato atti di sadismo, maiali che venivano colpiti alla testa con sbarre di metallo o uccisi infilzati da spade.
Una situazione ai limiti del surreale che ha portato all’arresto di 3 lavoratori dopo sole 48 ore dalla diffusione delle immagini.
Al termine del processo poi, due di loro sono stati condannati a un anno di carcere e a tutti e tre è stato vietato di lavorare con gli animali.
Era la pena massima prevista dalla legge spagnola.
Nello stesso anno, nel Regno Unito, abbiamo mostrato quanta malvagità si nascondeva in un noto allevamento di maiali che rifornisce i principali supermercati in UK.
2018: ciò che non avremmo mai immaginato di riprendere
Il 2018 è stato un anno decisamente intenso in cui ci siamo mossi in diversi paesi.
Nel Regno Unito, dopo una segnalazione, i nostri investigatori hanno installato delle telecamere nascoste all’interno di un allevamento di maiali a nord di Londra.
Nei video raccolti si vedono gli operatori dell’allevamento colpire con violenza gli animali, torturarli con gli attrezzi da lavoro, prenderli a calci e deriderli.
A seguito di questa investigazione e della denuncia che abbiamo presentato, due uomini si sono dichiarati colpevoli e sono stati condannati per reati di crudeltà sugli animali mentre erano impiegati nella Fir Tree Farm nel Lincolnshire.
In Italia invece, per la prima volta un investigatore sotto copertura è riuscito a documentare quali trattamenti vengono riservati ai maiali.
È stato in due allevamenti.
Nel primo (a Cuneo), fornitore del Consorzio del prosciutto di Parma, i maiali venivano lanciati in aria, presi a bastonate sul muso e mutilati con violenza.
Nel secondo (a Mantova) le condizioni erano talmente devastanti da portare molti animali alla morte per stenti e malattie ancor prima che potessero raggiungere il macello.
Ciò che forse più ci è rimasto impresso nel 2018 però, sono le immagini che abbiamo catturato in Spagna, tra le più cruente di tutta la nostra storia investigativa.
In collaborazione con un programma TV investigativo spagnolo, abbiamo documentato le agghiaccianti condizioni dei maiali di un fornitore del marchio El Pozo.
Dopo ciò che abbiamo visto (e che non dimenticheremo mai), abbiamo portato in tribunale gli allevatori, ma purtroppo dopo anni di processo, i fratelli Carrasco sono stati assolti per qualche assurdo motivo, te lo abbiamo raccontato qui.
Abbiamo portato i maiali al TG2 e su LA7
Per 4 mesi all’inizio del 2019, una nostra squadra investigativa è entrata insieme a Piergiorgio Giacovazzo (inviato e presentatore del Tg2) in un allevamento di maiali in provincia di Brescia.
Parlando di una “eccellenza del Made in Italy” avremmo dovuto trovare condizioni ben diverse da quelle che abbiamo documentato.
La situazione igienico-sanitaria era decisamente preoccupante.
Infestazioni di parassiti, insetti e topi. Cadaveri di maiali abbandonati in decomposizione, animali lasciati ad agonizzare e scrofe in gabbia ferite e con piaghe da decubito.
Non potevamo accettare ciò che avevamo visto e abbiamo denunciato i proprietari.
Nel 2021 siamo tornati a parlare di maiali in TV, stavolta su LA7.
Il programma Eden di Licia Colò ha pubblicato in 4 episodi la nostra prima mini serie investigativa che ha portato alla luce l’oscurità che nascondeva un maxi allevamento di maiali del gruppo Bompieri, in Lombardia.
Prodotti DOP e la solita sbandierata eccellenza italiana, che nascondevano sempre e comunque condizioni terribili per gli animali.
Questa inchiesta è stata vista da centinaia di migliaia di persone ed è sfociata in una denuncia, non l’unica di quell’anno.
Leggi violate e benessere animale di facciata
Una seconda denuncia in Italia nel 2021 l’abbiamo presentata nei confronti di Zema srl, macello della provincia di Cremona che ogni anno uccideva circa 150.000 maiali.
Anche le immagini raccolte in quel macello parlavano chiaro: maltrattamenti continui e ripetuti e mancata osservanza delle norme.
I maiali venivano macellati spesso e volentieri senza essere prima storditi adeguatamente (come la legge prevede), lavoratori e proprietari li maltrattavano senza farsi scrupoli.
L’inchiesta ha portato a un’imputazione del proprietario per maltrattamento degli animali e a un risarcimento di 10.000€ alle associazioni per la protezione degli animali che si sono costituite parte civile, tra cui noi.
Solo un paio di mesi prima di quell’inchiesta, ne abbiamo rilasciata una nel Regno Unito, che riguardava l’azienda scozzese P&G Sleigh Pig Unit.
Parliamo di una realtà che la Scottish Society for the Prevention of Cruelty to Animals aveva certificato come attenta al benessere animale.
Le nostre immagini però raccontavano di un operaio che martellava a morte i maiali, di animali ancora coscienti e boccheggianti dopo aver ricevuto vari colpi alla testa, di suinetti sbattuti sul cemento fino a ucciderli, di scrofe vive con utero o altri organi fuoriusciti dal corpo.
Dopo l’inchiesta il proprietario si è dimesso dalla carica di Presidente del Pig Standard Setting Committee di Quality Meat Scotland (l’organizzazione responsabile della certificazione per la qualità e gli standard di benessere animale), la certificazione dell’allevamento è stata revocata e grandi catene di supermercati come Tesco e Lidl hanno rescisso il contratto di fornitura.
Siamo quasi alla fine della panoramica su tutto il lavoro di indagine che abbiamo svolto sui maiali allevati a scopo alimentare, che anche nell’anno successivo ci ha fatto scoprire inquietanti verità in Italia.
2022: di nuovo in TV e un risultato storico per i maiali negli USA
In Italia nel 2022 Animal Equality è tornata in TV, stavolta a Cartabianca su Rai3, per accompagnare la loro troupe all’interno di un allevamento di maiali in provincia di Brescia.
Liquami nei recinti, castrazioni fatte senza anestesia, taglio della coda, maialini lasciati morti nelle gabbie in stato di decomposizione avanzata, infestazioni di blatte e tanto altro.
Una situazione di grande degrado che, come ormai avrai capito, investe un’enorme quantità di maiali in tutto il mondo.
Tutte le inchieste che ti abbiamo raccontato finora e quelle che pubblicheremo in futuro, hanno un forte impatto positivo per gli animali, ma per liberarli da tutte queste assurde sofferenze ci sono altre attività di grande importanza.
Di una te ne parleremo alla fine dell’articolo, nelle prossime righe invece ci vogliamo concentrare su un’altra.
Stiamo parlando del lavoro di sensibilizzazione aziendale, che sempre nel 2022 ci ha fatto ottenere un risultato storico.
Compass Group è il più grande fornitore di servizi di ristorazione al mondo e, in seguito a una nostra campagna, si è impegnato a eliminare le gabbie di gestazione per le scrofe nella sua filiera.
Nel 2023 abbiamo rivelato il vero costo della carne di maiale
Siamo tornati alla carica in Spagna, documentando le verità che 5 allevamenti di maiale si impegnavano a tenere nascoste ai consumatori.
Vermi e carcasse di topi, i soliti cadaveri lasciati a decomporsi in mezzo ai maiali vivi, animali con ferite anche gravi non curate e tante altre infrazioni simili a quelle che hai già letto nelle altre inchieste di cui ti abbiamo parlato.
E non finisce qui, perché se è innegabile che le condizioni degli animali negli allevamenti siano infernali, sono altrettanto tangibili i danni ambientali e i rischi per la nostra salute causati da quei luoghi del male.
2024, la nostra inchiesta sotto copertura più lunga
Nel 2024 abbiamo rilasciato la nostra più lunga e approfondita inchiesta sotto copertura condotta da un investigatore, che ha trascorso quattro mesi a documentare le condizioni di vita dei maiali in uno dei più grandi allevamenti di maiali della Germania.
L’investigazione mostra gravi violenze sugli animali, tra cui uccisioni illegali. Un esempio di queste violenze: un operatore si siede sopra il corpo di un giovane maialino e poi lo prende violentemente a pugni.
Queste immagini scioccanti rappresentano solo il caso estremo di pratiche crudeli che ogni giorno vengono perpetrate negli allevamenti, dove gli animali sono considerati solo come numeri.
Premi e certificazioni? Un’inchiesta per svelare la realtà dietro queste etichette
Il nostro team di investigatori nel Regno Unito – insieme al fotografo Aitor Garmendia – ha condotto un’inchiesta che rivela una serie di abusi all’interno di un allevamento di maiali del Regno Unito che rifornisce anche i supermercati Tesco e che ha diverse certificazioni di qualità.
Nelle oltre 100 ore di filmati raccolti si vedono maialini scagliati contro muri di cemento e altri cuccioli morti e abbandonati in tutto l’allevamento.
Le scrofe chiuse in gabbia mostrano comportamenti ripetitivi come mordere le sbarre metalliche che le circondano, segno di disagio psicologico.
L’allevamento investigato ha vinto il National Pig Award nel 2016 e nel 2017.
Abigail Penny, Direttrice esecutiva di Animal Equality UK, ha dichiarato:
“Ho visitato personalmente l’allevamento in diverse occasioni e ho assistito in prima persona alla sofferenza di questi animali… il loro profondo dolore mi rimarrà impresso per sempre”.
Violenze crudeli, ma anche un drammatico impatto ambientale
La violenza sugli animali, seppur rappresenti il motivo principale di battaglia per noi, non è l’unica fonte di preoccupazione.
Risulta sempre più evidente infatti che gli allevamenti intensivi siano una minaccia per la salute e l’ambiente.
Non è raro infatti trovare carcasse di maiali abbandonate in avanzato stato di putrefazione.
L’errato trattamento delle carcasse di animali che, a quanto pare, è una pratica comune degli allevamenti di maiali, è illegale.
Le carcasse, infatti, devono essere smaltite in un preciso modo. Prima conservate in celle frigorifere funzionanti e poi – nel più breve tempo possibile – distrutte in un impianto di incenerimento.
Tutto questo però ha un costo ed evidentemente è molto più semplice abbandonare le carcasse con il rischio di compromettere la qualità dell’aria, inquinare le falde acquifere o diffondere nell’ambiente batteri o virus dannosi per le persone.
Dannosi come il frequente sversamento di liquami non trattati, pratica molto pericolosa che provoca profondi danni alle falde acquifere e alla qualità dell’aria.
È chiaro che parliamo di un sistema che non possiamo più permetterci di far stare in piedi. Noi continueremo a impiegare tutte le nostre risorse per far sì che cambi, ma non possiamo farcela in solitaria.
Mostrare la verità per cambiare il mondo
Negli anni gli investigatori di Animal Equality hanno realizzato inchieste in più di 700 strutture tra macelli e allevamenti in tutto il mondo e ogni volta hanno trovato condizioni critiche.
Le investigazioni sono la prima arma che abbiamo a disposizione per contrastare questo sistema terribile e ingiusto.
Solo raccogliendo nuove immagini che mostrano la realtà possiamo continuare a portare alla luce ciò che si nasconde dietro alle porte chiuse di allevamenti e macelli, sensibilizzare le persone, ma anche denunciare chi compie violenza sugli animali.
Prima però ti abbiamo parlato di altre attività di grande importanza, una di queste ti riguarda in prima persona.
Un mondo migliore infatti è impossibile senza il tuo aiuto. Puoi fare la differenza per gli animali scegliendo di lasciare la loro sofferenza fuori dal tuo piatto, ogni giorno.
Per riuscirci, il nostro progetto LoveVeg potrà essere un grande alleato, puoi dargli un’occhiata cliccando qui sotto:
AMICI, NON CIBO!
Passare ad un’alimentazione 100% vegetale è facile se sai come farlo!
Scopri tutti i consigli sul nostro sito dedicato.