Nuove prove della crudeltà dell’industria del latte
Una nuova indagine dell’organizzazione Animal Outlook svela il terribile destino di mucche e vitelli nell’industria lattiero-casearia
Nuove immagini che arrivano dagli Stati Uniti mostrano ancora una volta la terribile crudeltà che si nasconde dietro la produzione del latte e dei suoi derivati.
Questa nuova investigazione arriva dall’organizzazione statunitense Animal Outlook, che ha pubblicato le immagini raccolte sotto copertura in un allevamento di proprietà della Dick Van Dam Dairy nel sud della California.
Guarda l’investigazione di Animal Outlook in lingua inglese o continua a leggere per saperne di più:
Stando alle dichiarazioni dell’investigatrice che ha raccolto le immagini, Erin Wing, queste rappresentano alcune delle crudeltà più eclatanti che abbia mai visto nella sua carriera.
“Ho visto compiersi abusi e negligenze ogni singolo giorno in questo allevamento… Ora sento un legame speciale con le mucche a causa di quello che ho visto, e questa esperienza rimarrà sempre con me, come una parte di me resterà sempre con loro”.
Erin Wing, investigatrice di Animal Outlook
Le immagini, in effetti, sono davvero terribili.
Grazie ai video raccolti si vede come nell’allevamento ci sia uno scioccante tasso di mortalità tra mucche e vitelli, così come alti tassi di animali feriti o malati. Questo non stupisce visto che in oltre due mesi di lavoro nell’allevamento, dichiara l’investigatrice, non c’è mai stato un controllo veterinario.
Mucche e vitelli, seppur malati, vengono quindi abbandonati al loro dolore. Molto spesso le mucche, stremate dal continuo ciclo di gravidanze, parti e mungiture arrivano ad essere così stanche o malate da non riuscire più addirittura a reggersi in piedi: in questi casi i video hanno dimostrato come gli operatori abitualmente adoperassero un trattore per sollevare le mucche dalle anche e spostarle o trascinarle via dai camminamenti.
Le mucche incapaci di muoversi o rialzarsi, come dimostrato dai video, vengono poi semplicemente abbandonate a morire senza supporto veterinario. Racconta l’investigatrice: “le si sentiva languire per giorni, prima che l’incapacità di raggiungere il cibo o l’acqua le portasse alla morte.”
Per provare a far muovere le mucche cadute in terra, non più in grado di muoversi, spesso gli operatori le spruzzavano con getti d’acqua ad alta pressione o le prendevano a calci, e questi non sono certo gli unici episodi di violenza riscontrati. Lavoratori e manager colpivano le mucche con bastoni di legno e tubi di metallo, quotidianamente, con estrema aggressività e violenza, a volte come forma di ritorsione contro gli animali se questi non si muovevano o si rifiutavano di fare qualcosa.
Le condizioni igienico-sanitarie dell’allevamento registrate dalle telecamere erano pessime, con mucche costrette a camminare su uno strato di feci spessissimo e vitelli appena nati letteralmente sommersi di mosche.
Anche nella fase di mungitura dalle immagini è chiaro come l’attenzione all’igiene fosse molto scarsa: si vede come venissero munte anche le mucche con evidenti infezioni alle mammelle, tanto che non era raro trovare litri di latte dalla colorazione rosa per via della presenza di sangue.
La mortalità dei vitelli in questo allevamento era molto alta. Come in tutti gli allevamenti del settore caseario, infatti, i vitelli sono considerati poco più che uno scarto dell’industria: le mucche devono partorire per produrre il latte, ma un vitello maschio che non può produrne diventa presto solo un costo per gli allevatori.
Per destinare il latte al consumo umano mucche e vitelli vengono quindi presto separati, a poche ore dal parto e con immenso dolore per entrambi, poiché in natura il loro legame sarebbe fortissimo, a questo proposito è molto toccante il racconto fatto da Erin Wing di una notte in cui ha trovato due vitelli morti:
“Una notte ho trovato due vitelli che giacevano in terra, ricordo come ci fossero diverse mucche intorno ai loro corpi, ad un certo punto hanno iniziato a muggire, ai miei occhi sembrava proprio un canto di sofferenza, una veglia, come accade anche in altre specie animali”.
Erin Wing, investigatrice di Animal Outlook
Questa non è la prima volta che la crudeltà dell’industria casearia viene esposta sui media di tutto il mondo e a livello internazionale. Il team di investigatori di Animal Equality ha più volte indagato sui metodi di produzione di latte, in tutto il mondo e anche nel nostro Paese, e le condizioni riscontrate non sono molto diverse da quelle riportate da Erin Wing.
Guarda come vivono le mucche allevate per la produzione di latte nel nostro Paese
Il problema non è legato solo allo sfruttamento delle mucche. Nel 2019, infatti, abbiamo svelato come un altro settore decantato come una delle “eccellenze” del Made in Italy nascondesse in realtà pratiche terribili di sfruttamento degli animali: con il nostro mini documentario “Una bufala tutta italiana” abbiamo svelato la crudeltà della produzione di latte e prodotti caseari di bufala.
Guarda la nostra investigazione Una bufala tutta Italiana
La verità che si cela dietro all’industria del latte è decisamente diversa da quella che viene mostrata ogni giorno sulle televisioni e attraverso la pubblicità. Il nostro scopo è mostrare la realtà di questi allevamenti e non possiamo nascondere che dietro la produzione di latte e formaggi si celino violenze, maltrattamenti e cuccioli strappati brutalmente alle madri.
Animal Equality, attraverso il suo lavoro di investigazione, ha denunciato e rivelato le pratiche crudeli che l’industria casearia mette in pratica: il ciclo di inseminazioni artificiali, di separazioni e di mungiture meccaniche, fino al macello.
Il lavoro di denuncia nostro, e delle altre organizzazioni in tutto il mondo, non sarebbe possibile senza le immagini raccolte dagli investigatori: portare alla luce la verità che l’industria vuole nascondere è il primo passo per portare consapevolezza su temi delicati come questi.
Le investigazioni sono la prima arma che abbiamo a disposizione per contrastare questo sistema terribile ed ingiusto: solo raccogliendo nuove immagini che mostrano la realtà possiamo continuare a portare alla luce cosa si nasconde dietro alle porte chiuse di allevamenti e macelli, perché senza il lavoro degli investigatori l’unica voce in campo sarebbe quella dell’industria e delle sue discutibili pubblicità.
Noi siamo la voce fuori dal coro e vogliamo continuare ad esserlo: supporta chi combatte ogni giorno in prima linea per gli animali.