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Settembre 2019 a Pará. La crisi della foresta Amazzonica non si è fermata


Settembre 2019, Pará, Brasile. Di fronte a noi una distesa di terra bruciata, la stessa in cui una volta affondavano le radici alberi centenari. Non c’è più traccia della fauna locale o delle piante rigogliose, ci sono solo le mandrie di bovini, unici abitanti rimasti di questa terra ormai desolata.

Abbiamo viaggiato sotto copertura nel nord del Brasile per documentare la crisi della deforestazione della foresta amazzonica brasiliana e il suo collegamento con gli allevamenti intensivi e l’industria della carne.  Abbiamo portato a casa nuove immagini esclusive che mostrano tutta la tragicità della crisi dell’Amazzonia, guardale ora:

Le immagini esclusive di Animal Equality in Amazzonia

Ci siamo trovati di fronte all’evidenza del disastro. Più di 5,950 chilometri quadrati di foresta pluviale sono stati rasi al suolo tra il gennaio e agosto del 2019. Secondo l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (Inpe), la deforestazione in Amazzonia è cresciuta del 50% nel 2019.

Gli allevamenti sono i responsabili della deforestazione dell’80% dei terreni rasi al suolo. Gli incendi vengono appiccati come fase finale del processo di trasformazione delle foreste in pascoli per i bovini, come emerge dal Rapporto ambientale della Procura Federale (Relatório da Procuradoria do Meio Ambiente do Ministério Público Federal ) realizzato nel 2015.

Non solo pascoli, gli incendi nella foresta pluviale amazzonica, che hanno attirato l’attenzione globale, vengono appiccati anche per fare spazio alla coltivazione di soia, destinata ad essere trasformata in mangime per polli, maiali, bovini e pesci. Circa il 79% della soia mondiale viene utilizzata per l’alimentazione degli animali confinati negli allevamenti e la soia brasiliana è la più esportata a livello globale. 

A testimonianza di questo, sulla strada per il porto di Itaituba abbiamo visto una fila di più di 1.000 camion carichi di soia pronti a salpare.

La deforestazione non è quindi solo il risultato degli allevamenti intensivi in sé, ma anche della coltivazione di soia utilizzata per nutrire altri animali allevati in tutto il mondo per la produzione di carne, uova, latte e altri “prodotti” di largo consumo.

Basando la nostra dieta sulla carne e i suoi derivati ci stiamo mangiando, un boccone alla volta, le nostre foreste pluviali. Oltre a causare enormi sofferenze a miliardi di animali in tutto il mondo. Scopri come il nostro eccessivo consumo di carne e altri prodotti animali stanno contribuendo alla distruzione delle nostre foreste pluviali nel nostro articolo “Stiamo bruciando l’Amazzonia un boccone alla volta”


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