Notizia
Rimani aggiornato sulle ultime attività di Animal Equality

NUOVA INVESTIGAZIONE! Galline costrette a vivere e morire in gabbia per produrre uova vendute dai maggiori supermercati inglesi

Marzo 20, 2018 Aggiornato: Marzo 5, 2025

Oggi rendiamo pubblica la nostra ultima investigazione realizzata in Inghilterra, un lavoro che rivela le estreme sofferenze a cui sono sottoposte le galline ovaiole allevate in un’azienda del Dorset (a sud-ovest di Londra) che rifornisce ‘Big & Fresh’, marchio di uova venduto nei maggiori supermercati britannici. 

 

 

Grazie all’utilizzo di telecamere nascoste, i nostri investigatori inglesi hanno potuto rivelare le violazioni che sono state commesse in contrasto con le leggi sul benessere animale e le condizioni delle galline allevate nei capannoni.  

 

 

Gli investigatori di Animal Equality hanno visitato la Walston Poultry Farm quattro volte tra gennaio e marzo 2018, e hanno scoperto: 

 

  • 80.000 galline in ciascun capannone, stipate in gabbie su file di sette piani
  • Molti animali quasi completamente spiumati, con la pelle arrossata e gravemente lesionata
  • Galline morte lasciate nelle gabbie in mezzo alle altre e, in alcuni casi, cannibalizzate
  • Animali con ferite evidenti causate dalle beccate degli altri compagni
  • Cadaveri di galline abbandonati lungo i corridoi vicino alle gabbie di quelle vive
  • Secchi con decine di animali morti lasciati nei capannoni per notti intere
  • Mancanza di controlli quotidiani, come invece previsto dalle normative

 

 

Nel sito visitato dai nostri investigatori, più di mezzo milione di volatili sono costretti a vivere in otto capannoni senza finestre, producendo 140 milioni di uova all’anno per il più grande fornitore britannico – Noble Foods – che opera sotto molteplici marchi, incluso Big & Fresh (uova da galline in gabbia) e il marchio Happy Egg Company, che invece utilizza solo uova da galline allevate all’aperto. 

 

Il tutto in un contesto di palese ambiguità, perché – come evidenzia la campagna portata avanti anche da The Humane League UK – se da un lato Noble Foods sostiene di avere a cuore le sue “ragazze” (come definisce le galline allevate per il marchio Happy Eggs), dall’altro lato si “dimentica” di raccontare come costringe quasi cinque milioni di galline a soffrire e morire in gabbia per produrre uova per il suo marchio Big & Fresh.

 

 

A seguito di tutto quello che abbiamo scoperto, abbiamo deciso di depositare i nostri filmati, fotografie e prove scritte al Dorset Trading Standards, l’ente locale che ha il compito di far rispettare le norme per il benessere animale, e al British Egg Industry Council, che è l’organo preposto alla vigilanza delle norme a livello nazionale. Entrambi hanno risposto che stanno indagando per verificare le condizioni reali dell’allevamento. 

 

La situazione delle galline inglesi però non è la sola. Anche in Italia le galline ovaiole sono costrette a vivere in condizioni oscene e – spesso – a morire di stenti in gabbia. 

 

Ovviamente la soluzione migliore è tenere fuori le uova dai nostri piatti, ma non è l’unica. 

 

Grazie al nostro lavoro e a quello di tante altre organizzazioni, molte aziende europee e italiane stanno decidendo di cessare la vendita di uova provenienti da galline allevate in gabbia. 

 

Tuttavia, c’è ancora tanta strada da fare. Firma la nostra petizione per aiutarci a mettere fine a tutto questo!

 


Ultime notizie
Novembre 4, 2025

Possiamo finalmente dirvelo, abbiamo scritto un libro. Si intitola “La fabbrica della carne”, uscirà il 13 febbraio 2026 e verrà pubblicato dalla casa editrice Il Millimetro, specializzata nella pubblicazione di reportage e indagini sui principali temi di attualità italiana e internazionale.  Da oggi, il libro è disponibile in prevendita su…
Ottobre 30, 2025

Sono arrivate dopo mesi di sollecito e pressioni rivolte al Governo, ma ci sono delle criticità.
Ottobre 27, 2025

Dal 2022, l’Italia ha una legge che dovrebbe proteggere i pulcini maschi. Eppure, senza provvedimenti attuativi, questa resta solo su carta: milioni di animali finiscono ancora oggi al macero poche ore dopo la nascita, perché inutili agli occhi dell’industria alimentare, che non li utilizza né per produrre carne né per…