Starbucks, è ora di dire basta alle gabbie in tutto il mondo
A volte basta una sola parola per mettere fine alla sofferenza di milioni di animali, come quelli confinati nelle gabbie. E i CdA delle aziende possono fare tanto per questi animali, soprattutto aziende che sono ramificate in tutto il mondo come Starbucks.
Il colosso del caffè – da pochissimo sbarcato in Italia con diversi punti vendita- è uno di questi giganti del food mondiale che è in grado di cambiare il destino di centinaia di migliaia di animali con delle semplici decisioni.
L’azienda afferma di prendere in seria considerazione i problemi della società e della propria comunità. Ma nonostante ciò, sembra non preoccuparsi della sofferenza delle migliaia di galline ovaiole coinvolte nella propria filiera.
Purtroppo infatti Starbucks ha pubblicato un impegno a non utilizzare uova di galline allevate in gabbia che include solo i negozi gestiti direttamente ed esclude quelli in franchising, permettendo quindi ad un terzo dei punti vendita Starbucks in tutto il mondo di utilizzare uova prodotte in allevamenti in cui le galline passano tutta la loro vita in gabbia.
Come hanno dimostrato anche le investigazioni realizzate da Animal Equality, la vita in gabbia non è vita. Le galline sono costrette a vivere in gabbie minuscole, che non permettono loro di esprimere comportamenti naturali come spiegare le ali, mentre spesso sono costrette a convivere con i corpi delle compagne morte e con parassiti terribili che possono infestare animali e uova.
Consapevoli della realtà terribile delle gabbie e della crescente sensibilità dei consumatori, centinaia di aziende in tutto il mondo hanno già abbandonato questo metodo di allevamento arcaico e ingiusto. Multinazionali come Aldi, Unilever, Nestlé e grandi aziende italiane come Esselunga, Giovanni Rana o Eurospin hanno già pubblicato un impegno pubblico ad abbandonare le gabbie, ma ora è venuto il turno di Starbucks.
«Starbucks è un’azienda con ramificazioni enormi in tutto il mondo e ha davvero un potenziale incredibile. Il mondo sta realmente guardando a Starbucks come modello per stabilire degli standard di benessere animale che possano finalmente cancellare per sempre le gabbie, uno degli abusi più gravi dell’industria alimentare, ma la strada è ancora lunga» afferma Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia.
È per tutti questi motivi che Animal Equality ha deciso di unirsi ad una campagna internazionale lanciata da Open Wing Alliance – un’alleanza globale che conta più di 50 organizzazioni impegnate nella lotta contro le gabbie – per informare i consumatori circa circa la mancanza di trasparenza dell’azienda.
La campagna include una raccolta firme per la petizione lanciata su Change.org all’indirizzo change.org/StarbucksCrudele, oltre ad azioni online come invio di email alla direzione, tweetstorm e l’uso massiccio dei social media.
Animal Equality – grazie al prezioso supporto di Change.org – chiede quindi a Starbucks di dimostrare coerenza con le dichiarazioni presenti sul sito aziendale e attenzione al benessere animale, pubblicando il prima possibile un impegno a non utilizzare uova provenienti da galline allevate in gabbia nel 100% dei propri punti vendita in tutto il mondo entro una data precisa.