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Abbiamo scritto al Governo e alla Commissione europea: per fermare le pandemie stop ad allevamenti intensivi e commercio animali selvatici

Maggio 16, 2020 Aggiornato: Settembre 1, 2022

Insieme ad oltre 70 organizzazioni in tutta Europa abbiamo scritto alle istituzioni italiane ed europee chiedendo di prendere decisioni concrete per tutelare gli animali e favorire il miglioramento del Green Deal europeo

Le istituzioni europee stanno lavorando a un “Green Deal europeo”, ed è una notizia molto importante. Ma di cosa si tratta? Il “Green Deal europeo” è un documento con cui la Commissione europea sta discutendo le strategie per il prossimo decennio riguardo la protezione dell’ambiente su tutto il territorio europeo, discutendo di aspetti e decisioni che avranno dei riflessi diretti e concreti anche in Italia.

Noi di Animal Equality, insieme ad altre 70 organizzazioni in Europa, vogliamo che la salute degli animali e la loro tutela siano temi centrali nella redazione di questo documento, per garantire un futuro migliore per gli animali, ma anche per le persone e il Pianeta.

Per questo abbiamo inviato le nostre raccomandazioni al Governo italiano e alla Commissione Europea; i temi centrali delle due lettere inviate dalle organizzazioni italiane alle istituzioni sono due: un bando definitivo del commercio di animali esotici e l’abbandono di forme intensive di allevamento all’interno dell’Unione Europea, provvedimenti fondamentali per proteggere la salute delle persone, la biodiversità e gli animali.

Le decisioni prese dalla leadership odierna tracceranno il destino delle generazioni future e del nostro Pianeta, soprattutto in tema ambientale, animale e di salute pubblica. 

Il COVID-19 lo ha messo chiaramente in evidenza: non possiamo più occuparci della salute pubblica senza rivedere il modo in cui ci rapportiamo agli animali, dall’allevamento alla loro commercializzazione.

«La situazione in cui ci troviamo oggi mostra chiaramente che dobbiamo cambiare il nostro rapporto con la natura e con gli animali, ai quali infliggiamo crudeltà e sofferenze inaudite. Per eliminare future pandemie e rischi enormi per la salute pubblica è necessario eliminare proprio queste crudeltà sugli animali».

Pandemie, ambiente e animali

Il 70% delle malattie infettive che hanno colpito gli esseri umani negli ultimi decenni sono di origine animale, e il COVID-19 non fa eccezione. Specificamente, è opinione diffusa che il SARS-COV-2, il virus alla base di questa sindrome, abbia fatto il salto di specie dagli animali selvatici all’essere umano come conseguenza della promiscuità in cui vengono tenute diverse specie animali nei “wet market” asiatici. 

Tuttavia, la malattia potrebbe aver avuto origine anche qui, sul territorio europeo. L’Unione Europea è infatti una delle principali destinazioni per la vendita di animali esotici “da compagnia”, tra cui primati, rettili e anfibi, commercializzati e trasportati spesso illegalmente e senza controlli sanitari.

Ma non è tutto. La prossima pandemia infatti, potenzialmente peggiore di quella attuale, potrebbe originarsi da quella che oggi è la modalità di produzione alimentare standard nelle parti più sviluppate del mondo: gli allevamenti intensivi. I miliardi di animali allevati annualmente in condizioni intensive (migliaia di miliardi, se si considerano i pesci in acquacoltura) costituiscono serbatoi naturali e veicoli di virus potenzialmente pericolosi, se non devastanti, per l’essere umano. 

È per questo che Animal Equality in Italia, insieme alle altre associazioni Essere Animali, LAV e LNDC hanno inviato una lettera al Governo italiano e alla Commissione europea, indicando una serie di istanze fondamentali circa questi temi, cruciali per il nostro futuro. Tra queste: 

  • L’immediata restrizione del commercio di animali selvatici in Europa; 
  • L’introduzione di un piano d’azione per il bando definitivo della commercializzazione della fauna selvatica; 
  • La riforma della PAC in modo che il denaro pubblico non sia più destinato a metodi di allevamento intensivi ma piuttosto alla riconversione delle attività;
  • L’inserimento del benessere animale come pilastro a sé stante per un cambiamento reale delle condizioni di vita degli animali; 
  • Il sostegno concreto ad agricoltori e ricercatori impegnati nello sviluppo di proteine vegetali; 

“Chiediamo che l’Italia faccia proprie le seguenti raccomandazioni nella sua posizione Europea e incoraggi la Commissione Europea a integrarle nelle strategie Biodiversity to 2030 e Farm-to-Fork all’interno del Green Deal europeo. Un futuro migliore è possibile anche grazie alle decisioni che prenderemo oggi», abbiamo dichiarato nella nostra lettera.

Un futuro migliore è possibile grazie alle scelte delle istituzioni, ma anche grazie alle scelte personali di ognuno di noi! Un’alimentazione 100% a base vegetale e atteggiamenti attenti e  consapevoli in tutte le scelte della vita aiutano a prevenire la crudeltà sugli animali!

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