Basta immagini ingannevoli nelle pubblicità dell’industria alimentare: Animal Equality lancia una nuova campagna
Un pascolo verdeggiante, mucche felici, galline che razzolano: queste sono le immagini che vediamo spesso nelle pubblicità prodotte e promosse dall’industria alimentare e che vanno in onda in tv e che vengono stampate sui cartelloni stradali e sulle etichette.
Queste immagini sono il racconto di un mondo che non esiste più. La produzione legata alla tradizione italiana, la vita contadina, i pascoli: tutto questo è stato progressivamente sostituito da un sistema di allevamenti intensivi.
A dimostrarlo ci sono le centinaia di inchieste condotte regolarmente da Animal Equality in Italia e negli altri paesi in cui opera, ma non solo: ci sono anche le inchieste di molte altre organizzazioni che lavorano per la protezione degli animali e dell’ambiente e i risultati dei controlli a campione effettuati dalle autorità italiane e internazionali.
Con le nostre investigazioni cerchiamo di sfatare il mito degli “allevamenti felici”, ma se l’industria ha la possibilità di continuare raccontare la sua “verità distorta” come faremo a contrastarla?
Per questo motivo abbiamo dato il via ad una nuova campagna chiamata “Stop alle pubblicità ingannevoli”, creando un form online che chiunque, in qualunque momento, può compilare per segnalare una pubblicità potenzialmente ingannevole.
Le segnalazioni verranno esaminate dai collaboratori legali dell’organizzazione e – ove ci saranno le basi legali o presunte violazioni – si procederà con la denuncia o la segnalazione alle autorità competenti.
La decisione di dare vita a questa campagna è arrivata a seguito di diverse vittorie legali che hanno dimostrato quanto sia fuorviante l’immagine creata dall’industria alimentare sulle condizioni degli animali in allevamenti e macelli.
In Italia in particolare abbiamo ottenuto una vittoria importante su Amadori: grazie al lavoro dei nostri investigatori e all’azione legale di Enpa, siamo riusciti a portare Amadori davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in quanto la comunicazione che presentava sui polli era potenzialmente ingannevole se comparata alla realtà documentata all’interno dei loro allevamenti. I nostri investigatori, infatti, con l’inchiesta Pollo 100% Italiano e con altre testimonianze allegate alla denuncia, avevano dimostrato ampiamente che la pubblicità e le comunicazioni dell’azienda sui polli erano lontane dalla realtà dei polli allevati per la loro carne.
A seguito delle denunce per altro è stato anche innescato un processo penale che ha portato alla condanna del rappresentante legale e del custode di uno degli allevamenti indagati per maltrattamento, abbandono e uccisione.
Guarda l’inchiesta che ci ha portato a questa importante vittoria
Ma quello di Amadori è solo uno dei tanti casi. L’industria agroalimentare italiana vale circa 93,4 miliardi di euro (dati rapporto ISMEA 2020) e viene ampiamente sostenuta da fondi pubblici, come la PAC europea – che rappresenta il 34,5% del bilancio dell’Unione europea – ed è probabilmente anche per questo che l’immagine che viene trasmessa su siti web delle aziende, sugli spot televisivi o sui cartelloni pubblicitari è molto edulcorata.
Non vengono quindi mostrati il sovraffollamento, le gabbie anguste, le patologie e le malformazioni, le condizioni igienico-sanitarie precarie o le situazioni di maltrattamento che si incontrano ogni giorno in allevamenti e macelli anche del nostro paese.
Ma il problema non riguarda solo l’Italia, anche negli Stati Uniti invece Animal Equality è impegnata in diverse denunce proprio su questi temi, in particolare si citano le azioni legali in corso contro Tyson Foods e Cargill, Inc. entrambe giganti della produzione di carne, accusate da diverse organizzazioni di commercializzare e promuovere comunicazioni ingannevoli nei confronti dei consumatori.
La trasparenza e la verità delle informazioni che vengono destinate al pubblico sono valori dai quali non si può prescindere, soprattutto quando vi sono in gioco diritti fondamentali di cittadini e animali.
Se anche tu credi che sia giusto contrastare la pubblicità ingannevole aiutaci si da subito: ogni volta che vedrai un contenuto potenzialmente fuorviante segnalacelo!