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Nuovo video shock mostra la realtà dei macelli italiani: più di 100mila cittadini italiani dicono basta

Animal Equality rilascia nuovo materiale video che ha per oggetto la macellazione dei bovini, una testimonianza che mostra ancora una volta quanto sia urgente una riforma legislativa, richiesta ormai da più di 100mila cittadini italiani
Dicembre 12, 2018 Aggiornato: Gennaio 20, 2025

Animal Equality, organizzazione internazionale per la protezione animale, ha recentemente reso pubblici alcuni filmati girati all’interno di un macello di bovini in Lombardia. 

 

Le immagini, ottenute tramite informatori, mostrano quello che avviene durante la macellazione dei bovini, una procedura spesso compiuta senza rispetto delle norme, in particolare quelle relative allo stordimento e ai maltrattamenti. 

 

 

 

Alcuni degli atti documentati nelle immagini:

 

  • Operatori che maltrattano gli animali spingendoli e tirandoli con violenza
  • Operatori che colpiscono i bovini in testa con una forca e una spranga
  • Animali bendati in maniera inadeguata e terrorizzati  
  • Animali macellati senza stordimento efficace
  • Animali sgozzati ancora coscienti e lasciati ad agonizzare per interi minuti

 

Tutto questo è diventato inaccettabile, anche alla luce della crescente sensibilità dei consumatori nei confronti degli animali. 

 

 

A partire dall’inizio di quest’anno, Animal Equality ha rilasciato sistematicamente video e testimonianze che mostrano quello che avviene all’interno dei macelli italiani, toccando tutte le specie coinvolte e raccogliendo in pochissimo tempo il sostegno di oltre 100mila cittadini italiani che chiedono una riforma legislativa definitiva al riguardo. 

 

 

Questa campagna, supportata da testimonianze ottenute tramite investigazioni e la collaborazione con informatori esterni all’organizzazione, mette in luce infatti ancora una volta i gravissimi buchi normativi, la mancanza di conseguenze penali concrete per chi infrange la legge e la totale assenza di controlli severi all’interno dei macelli. 

 

Tutto ciò comporta una maggiore leggerezza nella gestione di questa fase da parte degli operatori che lavorano nei mattatoi e – come dimostrano i video rilasciati da Animal Equality – spesso costringe gli animali a subire atroci torture nell’indifferenza generale.

 

 

Da tempo Animal Equality sta lavorando per ridurre la sofferenza degli animali durante la macellazione.

A tal fine è stata lanciata una petizione rivolta al Parlamento proprio per ottenere, fra le varie richieste, il rispetto dello stordimento senza deroghe ed eccezioni. 

Più di 100mila cittadini italiani hanno già firmato la petizione indirizzata al Ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio e al Ministro della Salute Giulia Grillo, ma Animal Equality continuerà a rilasciare materiali e denunciare tutte le illegalità riscontrate.  

 

«Le nostre inchieste dimostrano che è necessario introdurre delle norme specifiche per ridurre al massimo la sofferenza di tutti quegli animali che ogni anno sono condannati alla macellazione nel nostro paese» dichiara Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia. 

 

«Molti paesi europei si sono già mossi in questo senso, cancellando le deroghe per la macellazione religiosa, come Austria e Danimarca. Anche i politici italiani hanno il dovere di far applicare le norme e di migliorare l’impianto legislativo che regola la macellazione, che avviene in luoghi a porte chiuse all’interno dei quali, al momento, non si sa davvero se le leggi italiane vengano rispettate. Senza le investigazioni e il lavoro delle organizzazioni, infatti, non ci sarebbe modo di conoscere la verità e i consumatori rimarrebbero completamente ignari di tutto questo. Ovviamente i consumatori possono sempre scegliere di aiutare gli animali riducendo o evitando il consumo di carne, ma si tratta di una questione di trasparenza, giustizia e correttezza delle istituzioni, ed è ora che anche i politici italiani si facciano carico di queste richieste trasversali e volute da centinaia di migliaia di cittadini» conclude Cupi. 

 

 

 


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