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Oltre 160 mila persone nel mondo chiedono di vietare i wet market. Ora l’Onu risponda

Aprile 3, 2020 Aggiornato: Marzo 12, 2024

Sono passati quattro giorni dal lancio della nostra nuova campagna internazionale per chiedere alle Nazioni Unite di chiudere immediatamente i wet market di tutto il mondo, i mercati vivi dove si vendono e macellano animali, anche selvatici. 

Oltre 160 mila persone in tutto il mondo hanno già firmato la petizione per chiedere lo stop di questi mercati che rappresentano un inferno per milioni di animali e anche una minaccia per la salute pubblica globale.

Perché i wet market vanno chiusi?

È in questi mercati non regolamentati che hanno avuto origine malattie come la SARS e dove gli scienziati ritengono che la COVID-19 abbia avuto inizio. In questi mercati, infatti, animali esotici e animali allevati a scopo alimentare sono ammassati in gabbie anguste e recinti non igienici, creando il terreno perfetto per la proliferazione di malattie zoonotiche, come ha raccontato nella sua ultima inchiesta la giornalista Sabrina Giannini, che abbiamo di recente intervistato

Un animale ripreso dagli investigatori di Animal Equality in un wet market cinese
(Animal Equality)

“Ci sono dei luoghi dove specie selvatiche e specie che possono fare da intermediarie  si incontrano, e cioè nei cosiddetti wet market – i mercati cinesi dove si vendono e macellano animali vivi –  in questi mercati il pollo viene venduto vicino allo zibetto e lo zibetto viene venduto vicino al pipistrello, sono mercati in cui gli animali arrivano vivi, purtroppo anche cani e gatti, e vengono tutti macellati; il sangue si mescola e l’uomo stesso può essere infettato, come sembra sia successo in questo caso… È chiaro che questi wet market sono esplosivi!”.

I media internazionali 

E non sono stati solo i media italiani a dare rilevanza a questa importante campagna, rilanciata anche da tanti media in tutto il mondo. 

Come ha evidenziato il quotidiano inglese The Independent, le condizioni dei wet market sono particolarmente pericolose non solo per gli animali, ma anche per i lavoratori, che operano in totale assenza di leggi e norme igienico-sanitarie minime. 

La nostra campagna su The Independent

La notizia è stata anche rilanciata dai media spagnoli, con El Paìs e El Diario in prima fila a mostrare anche al pubblico spagnolo che cosa accade all’interno dei wet market

La nostra campagna su El Pais

Cosa chiediamo alle Nazioni Unite? 

A causa delle gravissime emergenze per la salute pubblica che questi mercati possono generare, così come le intense e inutili sofferenze inflitte agli animali, chiediamo che tutti i wet market vengano vietati.

Tutti coloro che firmano la petizione chiedono all’Organizzazione delle Nazioni Unite che tutti i wet market del mondo siano immediatamente banditi, ovunque, per salvare gli animali da un vero inferno in terra e proteggere il pubblico dalle minacce alla propria salute e sicurezza.


Tu hai già firmato la petizione? Fallo ora

 


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