Nuovo reportage: come l’allevamento intensivo inquina la Pianura Padana
Il nostro nuovo reportage spiega come la zona con la più alta densità di allevamento in Italia sia diventata tra quelle più inquinate d’Europa, tra sversamenti di liquami ed emissioni di gas serra
Pubblichiamo oggi un nuovo reportage che getta luce su un aspetto dell’allevamento intensivo ancora troppo sottovalutato: oltre all’estrema sofferenza animale, infatti, le tecniche moderne di allevamento hanno un devastante impatto sul nostro pianeta.
Guarda il video dell’inchiesta:
Non c’è bisogno di andare dall’altra parte del mondo – come ad esempio in Brasile dove le foreste vengono bruciate per fare spazio a pascoli o colture di cereali – per capire quale devastante impatto l’allevamento ha sul nostro pianeta, basta addentrarsi nel cuore della Pianura Padana.
In questo territorio fra Milano, Mantova, Brescia e Cremona si conta la maggiore concentrazione di inquinamento in Italia e – non a caso – si conta la metà della produzione nazionale di suini e un quarto della produzione di bovini, una concentrazione talmente alta che si stima che in queste zone ci siano quasi un maiale ogni due abitanti e circa 180 suini per chilometro quadrato.
Perché gli allevamenti inquinano?
Abbiamo detto che l’allevamento inquina, ma in che modo? Il problema principale è lo spargimento di gas e reflui zootecnici dannosi – emessi sia legalmente sia illegalmente.
Partiamo dall’ammoniaca, secondo quanto riportato da Greenpeace sulla base dei dati ISPRA maggiori sono gli spandimenti di reflui zootecnici, maggiori sono le emissioni di ammoniaca, che a sua volta portano a incrementare il livello di particolato e quindi lo smog nell’aria.
Secondo Greenpeace, gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di formazione del particolato fine in Italia, responsabili di quasi il 17 per cento di PM2,5 (più del settore industriale, pari al 10 per cento), con percentuali che possono arrivare a picchi del 50 per cento in Lombardia, proprio per il gran numero di allevamenti intensivi presenti, responsabili di circa l’88 per cento delle emissioni di ammoniaca regionali.
Negli allevamenti vengono stipati migliaia di animali, questi vivono, mangiano, e producono appunto i reflui zootecnici e le enormi quantità di reflui prodotti causano l’emissione di ammoniaca ed altri gas nocivi che rendono l’aria irrespirabile. E non solo: un altro problema sono gli spandimenti.
Cosa succede alla nostra terra tra spandimenti legali e illegali
Secondo i dati elaborati da Terra! Onlus, rispetto agli allevamenti intensivi di suini la quantità di deiezioni prodotte dagli animali d’allevamento nel corso di un anno raggiunge numeri elevati: un solo suino può produrre feci pari a 15 volte il suo peso. Questo significa che oltre 10 milioni di suini confinati negli allevamenti italiani inquinano al pari di un’ipotetica popolazione aggiuntiva di 25,5 milioni di persone nel nostro paese.
Quando parliamo di reflui zootecnici quindi parliamo di enormi quantità di rifiuti, esistono delle leggi che regolamentano lo smaltimento di questi rifiuti, in determinati periodi dell’anno gli allevatori possono spargere sui campi i reflui utilizzandoli come fertilizzarli.
Le leggi servono a regolare lo spandimento per evitare che questo abbia gravi ripercussioni su terreno e la falda acquifera, i reflui zootecnici infatti sono responsabili dell’acidificazione del suolo e dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee.
Le leggi esistono, ma come ti abbiamo mostrato nella nostra ultima inchiesta, non sempre vengono rispettate e così oltre all’esalazione di gas nocivi dovuti alla presenza degli animali e al loro ciclo di vita, anche i terreni vengono continuamente contaminati da un’eccessiva quantità di reflui che vengono diffusi sui terreni anche al di fuori dei periodi consentiti in modo illegale.
Non solo, non è raro trovare negli allevamenti proprio sistemi di contenimento dei reflui inadeguati,che finiscono per “scorrere” verso i campi o addirittura verso corsi d’acqua.
Ma chi paga il prezzo di queste pratiche?
Non sono solo gli animali rinchiusi ingiustamente le vittime di questo sistema. L’inquinamento, le pratiche di scorretto stoccaggio o spandimento dei liquami riguardano tutti noi, ognuno di noi paga le conseguenze di questo sistema tanto che l’Italia è il secondo paese Ue per morti premature dovute proprio allo smog.
Nel corso delle nostre inchieste i nostri investigatori hanno più volte messo in luce questo altro aspetto critico legato all’industria della produzione di carne e derivati . L’industria e i suoi rappresentanti continuano a sostenere che le loro pratiche non siano un danno all’ambiente, ma le immagini che ti abbiamo mostrato e i dati raccolti da centinaia di organizzazioni, Università e report scientifici, parlano chiaro.
Noi continueremo a portare avanti il nostro lavoro per far sì che sempre più persone possano vedere questa verità e comprendere che per il bene di animali, pianeta e salute delle persone tutto questo deve finire, aiutaci a portare avanti la nostra battaglia.