Sofferenza dei polli: le nostre immagini in prima TV!
Ieri sera le nostre immagini sono state trasmesse su Rai News 24 in un approfondito servizio sui polli che ha svelato la sofferenza sistematica di questi animali in tutta la filiera alimentare europea, specialmente in quella del colosso del discount Lidl
Quello che è andato in onda ieri su Rai News 24, curato dalla giornalista Giulia Bosetti, è uno dei servizi più approfonditi mai prodotti in Italia sul tema dei polli: le nostre immagini e l’intervista esclusiva ad Alice Trombetta, Direttrice di Animal Equality in Italia, sono state utilizzate insieme a quelle di altre organizzazioni per mostrare le crudeltà e le sofferenze a cui i polli sono sottoposti ogni giorno negli allevamenti per arrivare sulle nostre tavole.
Guarda il servizio di Rai News 24 sui polli con le nostre immagini:
Il servizio di Rai News 24 ha fornito un quadro estremamente completo di quello che sono costretti a patire i polli che – ricordiamo – sono gli animali che soffrono di più e in maggior numero sul pianeta, nonché quelli a cui viene data meno rilevanza.
Portare la loro voce in prima TV in un servizio così approfondito è una grande vittoria: migliaia di persone potranno così conoscere quello che forse ancora non sanno sulle vite di questi delicati animali.
Polli: geneticamente predisposti a soffrire
Come riportato nel servizio di Rai News 24, ogni anno nel mondo vengono macellati a scopo alimentare oltre 50 miliardi di polli; la loro è la carne più consumata del pianeta, e l’Italia è la quinta produttrice dell’Unione europea con 1 milione 380 mila tonnellate l’anno.
La maggior parte dei polli allevati – in Italia e nel mondo – appartiene a quelle che vengono definite “tipologie di pollo a rapido accrescimento”, questi ibridi commerciali sono stati selezionati geneticamente con il fine di ottenere un rapido accrescimento in termini di peso, favorendo la crescita accelerata e in volume maggiore delle parti del corpo con più ampia possibilità di vendita e richiesta sul mercato: petto e coscia.
Questa selezione però ha tralasciato un aspetto importante: la salute dei polli. Questi animali crescono così tanto e così in fretta che il loro stesso corpo non riesce a sopportare la crescita e i polli sono così condannati a soffrire di problemi motori, di problemi di circolazione del sangue e di respirazione.
Ieri sera nel servizio di Rai News 24 sono andate in onda le immagini della nostra recente inchiesta in cui, grazie al supporto di veterinari esperti che hanno effettuato autopsie e radiografie sui corpi dei polli che abbiamo raccolto in un allevamento italiano, abbiamo dimostrato come la selezione genetica abbia condannato questi polli a una vita di infinita sofferenza.
Eppure nel decreto legislativo 146 del 2001 sulla protezione degli animali negli allevamenti, si chiede agli allevatori di adottare “misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e affinché non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili”, una cosa di fatto impossibile se si continuano ad allevare tipologie di pollo a rapido accrescimento.
Per questo motivo, come raccontato da Alice Trombetta nell’intervista andata in onda su Rai News 24, abbiamo denunciato tutti i 27 stati membri alla Commissione europea per chiedere di verificare che l’esistenza stessa di questi ibridi sia effettivamente incompatibile con la normativa europea per la protezione degli animali, come noi affermiamo già da tempo.
“Chiediamo che queste tipologie di broiler a rapido accrescimento vengano messe al bando una volta per tutte”
Animal Equality
Puoi aiutarci anche tu a porre fine alle estreme sofferenze di questi animali firmando la nostra petizione con cui stiamo chiedendo di vietare l’allevamento delle tiploogie di broiler a rapido accrescimento:
Firma la petizione per fermare questa crudeltà!
Aiutaci a fermare l’allevamento di polli a rapido accrescimento: FIRMA per chiedere al Governo italiano di porre fine a questa selezione genetica crudele!
Chi ignora la sofferenza dei polli negli allevamenti?
Come si è visto nel servizio andato in onda su Rai News 24 e nelle diverse inchieste mostrate – tra cui quella di Animal Equality Italia – la maggior parte dei polli rinchiusi negli allevamenti soffrono immensamente.
Ma in particolare nel servizio si è parlato di un’azienda che ancora non si è impegnata a ridurre le sofferenze dei polli confinati nella propria catena di approvvigionamento, uno dei più importanti discount del continente, uno dei più diffusi anche nel nostro paese: la Lidl.
Le immagini raccolte dall’associazione Essere Animali in alcuni allevamenti di un fornitore di Lidl Italia, mostrano il degrado, i maltrattamenti da parte degli operatori, le drammatiche condizioni di salute e l’assoluta mancanza di igiene in cui i polli sono costretti a vivere, e arrivano in seguito ad una lunga serie di ulteriori indagini che hanno messo in evidenza la noncuranza di Lidl per quello che accade ai polli in tutta Europa.
“Vogliamo mostrare al pubblico la realtà del pollo a basso costo venduto dalla Lidl”
Matthew Melton, The Human League
Il colosso del Discount, però, ha deciso di non rispondere alla richiesta della giornalista di Rai News 24 di fornire una risposta alle immagini pubblicate, limitandosi a rispondere via mail e prendendo “le distanze da qualsiasi forma di crudeltà nei confronti degli animali e le condanno con la massima fermezza”.
Eppure Lidl non ha ancora firmato lo European Chicken Commitment, il documento stilato da Animal Equality insieme ad oltre 30 organizzazioni europee per la protezione degli animali che contiene sei richieste che rappresentano i requisiti minimi per ridurre drasticamente le sofferenze dei polli sfruttati dall’industria.
Con una campagna lanciata poche settimane fa, promossa dalla coalizione Open Wing Alliance, stiamo chiedendo al colosso del discount di firmare questo importante documento e impegnarsi così a ridurre le sofferenze di milioni di polli. Una campagna che per la prima volta, grazie allo sforzo congiunto di diverse organizzazioni, trova uno spazio in prima TV, un importante traguardo per fare in modo che i consumatori possano conoscere l’impegno delle aziende per gli animali.
Aiutaci a far arrivare la voce degli animali a Lidl firmando la nostra petizione rivolta al colosso del discount.
I polli allevati per finire nelle catene di approvvigionamento di Lidl patiscono innumerevoli sofferenze, ma in generale tutti i polli a rapido accrescimento allevati in Italia, in Europa e nel mondo sono condannati ad una vita ingiusta e crudele
Se c’è un messaggio che possiamo cogliere da questo importante servizio andato in onda su Rai News 24 è che mangiare pollo significa finanziare un’industria che sfrutta e uccide miliardi di animali, senza badare alle loro sofferenze, ma guardando sempre al profitto.
Noi possiamo scegliere di non contribuire a tutto questo, scegliendo di tenere la sofferenza dei polli fuori dal nostro piatto.