Finisce il festival di Yulin, numeri impressionanti
I numeri sono impressionanti: in nome di una “tradizione” più di 2000 cani sono stati uccisi per poi essere venduti ai ristoranti, durante il festival della carne di cane che si è tenuto a Yulin (Cina meridionale). Molti gli attivisti cinesi che si sono battuti già nelle settimane precedenti per fare in modo che il festival non avesse luogo e per salvare quanti più animali possibile.
Grazie al lavoro di queste persone 17 ristoranti hanno scelto di non servire piatti a base di carne di cane e il consumo si è ridotto di due terzi. Risultati come questo sono il frutto del lavoro e della dedizione di persone come quelle che hanno collaborato alla campagna investigativa di Animal Equality “Senza Voce” (www.SenzaVoce.org) che ha portato – sempre in Cina – alla chiusura di 33 rivenditori di carne di cane e gatto, e di un macello. Tre coraggiose animaliste cinesi hanno inoltre bloccato una piccola spedizione di cani destinati al festival, rischiando anche di essere oltraggiate dai partecipanti al festival. Mosse da compassione hanno deciso di acquistare più cani che potevano; la loro spinta è stata lodevole, anche se comprare animali aiuterà sempre di più il mercato dello sfruttamento a rigenerarsi più che ad essere ostacolato. Ringraziamo questi volontari con la speranza che smettano di esistere tradizioni basate sulla crudeltà e sull’uccisione di altri individui, in qualsiasi parte del mondo avvenga tutto questo.
Grazie a chi ci sostiene è possibile ottenere importanti cambiamenti per gli animali in tutto il mondo. Continuate a permetterci di difenderli!
- 1. Il Sole 24 ore
- 2. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-06-22/la-cina-che-non-amiamo-continua-mangiare-carne-cane-155035.shtml"