La frase più pericolosa di tutte è "abbiamo sempre fatto così". Lo sosteneva la matematica Grace Murray Hopper e lo sanno benissimo tutte le persone che si impegnano per lasciare un mondo migliore rispetto a quello che hanno trovato. È un'argomentazione che spesso ci siamo trovati a dover affrontare discutendo delle nostre scelte etiche ed alimentari. Si tende a considerare il consumo di carne come una costante immutabile nella storia dell'essere umano, una costante dal quale non ci si può scostare perché fare altrimenti "non è naturale".
Se qualcuno facesse ai nostri cani ed ai nostri gatti quello che viene fatto tutti i giorni a maiali, agnelli, polli o altri animali da reddito, in questo momento, migliaia di manifestazioni occuperebbero le strade italiane. Saremmo in piazza a chiedere un processo per i responsabili di queste atrocità da una parte e l'inasprimento delle pene dall'altra. E sarebbe una cosa giusta.
Una dieta varia è considerata da tutti la base per quello che riguarda il mantenimento di una buona salute. Il dibattito scientifico oggi si concentra sul definire cosa sia da ritenersi un alimento salutare e cosa no. In questo scenario si inserisce un recente studio effettuato in Massachussets, U.S.A.